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Raoul Bova e Rocio Munoz Morales festeggiano 10 anni di amore. Entrambi appartenenti al mondo dello spettacolo, si sono incontrati sul set di Immaturi- il viaggio e da quel momento hanno intrapreso un percorso che sebbene fosse difficile, come afferma la stessa attrice, li ha portato ad incoronare un traguardo importante. Hanno vissuto 10 anni di amore, quell’amore che ha funzionato da collante per la vita vissuta, da entrambi, precedentemente al loro incontro. Il loro amore è stato incoronato dalla nascita delle figlie Luna e Alma.

 

Rocio Munoz Morales ha parlato dell’amore puro che la lega a Raoul Bova, ma ha anche raccontato di aver vissuto un momento della sua vita, in passato, segnato da tanto dolore. La causa di tanta oscurità nella sua vita era una relazione tossica. “Avevo momenti in cui avevo meno controllo sull’emotività. Quelli in cui il malessere vinceva, dove tutto era buio e pensavo: ci sarà solo buio”. Racconta che viveva una relazione con un uomo che la faceva stare male ma non riusciva a farne a meno. “‘Non guardavo più la luce, il sole, il cielo. Guardavo solo per terra. Vivevo a testa bassata. [..] Lui era una persona affascinante, un attore, con tanti pregi ma con problematiche sue. Io avevo solo 19 anni.”

 

Questa relazione le ha fatto però riconoscere il vero amore. Vive la sua favola con Raoul Bova: “È l’uomo della mia vita: l’ho capito col tempo e lo capisco tutti i giorni ancora adesso“. A unirli gli stessi valori e un legame unico: “La sua anima somiglia alla mia. Io sono innamorata, ma anche molto fiera del mio uomo. Ho stima di lui e lui di me. Il nostro rapporto è nato molto puro, ma è stato faticoso… Lui arrivava da una separazione diventata molto mediatica e aveva già due figli: è stato un percorso in cui bisognava tenere duro. Io ho tenuto duro, lui pure, perché c’era amore”.

Ogni anno in Pakistan centinaia di donne muoiono per abusi sessuali, altre migliaia di donne subiscono violenze domestiche che, come dimostrato da alcuni dati statistici, sono negli ultimi mesi incrementate durante i lockdown che hanno seguito la pandemia globale. Purtroppo pochi casi vengono denunciati e poche persone, responsabili di atti disumani, vengono puniti. Nelle ultime settimane in Pakistan si parla dell’omicidio di Noor Mukadam, uccisa lo scorso 20 luglio in uno dei quartieri più agiati della capitale Islamabad. Questo caso ha sollevato diverse polemiche e creato dibattiti sulla violenza di genere. Si chiedono nuove leggi che possano tutelare le donne dagli abusi.

 

Non ci sono risorse, le leggi non vengono applicate […] Non ci sono strumenti a supporto della proposta di legge sulla violenza domestica”. Queste sono alcune delle parole pronunciate da Kanwal Ahmed, attivista e fondatrice di un gruppo Facebook in cui si discute proprio dei diritti delle donne nel paese. Sostiene che sia proprio il governo a non tutelare le donne, non fa niente per evitare abusi e violenze domestiche. Noor Mukadam era la figlia di Shaukat Ali Mukadam, ex diplomatico pachistano. La donna sarebbe stata torturata per tre giorni e poi decapitata da Zahir Zakir Jaffer, suo amico di infanzia, anche lui appartenente ad una delle famiglie pakistane più ricche.

 

Questo caso è stato particolarmente discusso perché palesa un problema radicato nella società, che non ha una fine perché non adeguatamente affrontato dal governo. Shaukat Ali Mukadam chiede la pena di morte per l’omicida della figlia, descritta dagli amici come una ragazza alla mano e che si fidava delle persone. La famiglia Jaffer in un comunicato ufficiale esprime le condoglianze alla famiglia di Mukadam, sottolineando che sono pronti a denunciare sempre le azioni di Zahir e che debba essere punito per questa atrocità. Solo dopo però, il padre e la madre dell’uomo, sono stati arrestati insieme a due complici, due loro dipendenti, per aver tentato di celare le prove.

Le fiamme che hanno devastato ventimila ettari di Sardegna sono “atti dell’uomo”. Questa è una dicitura che si contrappone al termine legale, “Acts of God” che invece indica un evento naturale che non ha alcun responsabile. Ma la vicenda che ha visto coinvolta la Sardegna non non ha niente di naturale. Su tre incendi due erano dolosi, come riportato Mercoledì da La Nuova Sardegna. L’incendio boschivo è partito da Bonarcado e si è propagato fino alle abitazioni dei paesi vicini. Complici sono state le elevate temperature e il forte vento, che hanno permesso alle fiamme di divamparsi sulle abitazioni dei paesi vicini costringendo gli abitanti a scappare dalle case. Le fiamme hanno divorato ettari di terreno, uccidendo animali e greggi. 

 

Sono stati allertati gli uomini della protezione civile dall’estero tempestivamente, come ci fa sapere Di Maio. 7.500 uomini, 20 mezzi aerei sono impegnati in tutte le ore per fronteggiare il momento drammatico per tutta l’isola. Nel frattempo diverse sono state le opere di solidarietà. Maurizio Pisciuottu, al secolo Salmo, porta avanti un’azione concreta di solidarietà: dona alle popolazioni colpite dai roghi 10.000 piantine d’olivo e invia un post alla Croce Rossa italiana delegando il comitato.

 

Ettari di bosco andati in fumo. Un popolo messo a dura prova che senza nessun potere guarda cadere a pezzi gli sforzi di una vita, case e aziende e vede morire i propri animali senza riuscire a salvarli. Tutto questo spezza il cuore non solo di chi vive in prima persona questa triste devastazione, ma di tutti i sardi che vedono la loro terra come una madre da proteggere e da amare. Ma le difficoltà tirano fuori il vero carattere dei sardi e davanti alla Sardegna che brucia, arriva un grande gesto di solidarietà.” Queste sono le parole scritte da Maurizio Pisciuottu, conosciuto con il nome d’arte Salmo, nel post indirizzato alla Croce Rossa.

La campagna vaccinale prosegue dopo l’ultima deposizione da parte del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana Mario Draghi. L’ultimo decreto legge che prevede l’obbligo di presentare il green pass per accedere ad alcune attività ha avuto l’obiettivo di rianimare la campagna vaccinare sensibilizzando i no vax a ricevere le dosi del vaccino, ha spinto gran parte della popolazione a registrarsi alla piattaforma nazionale per aderire alla campagna vaccinale. Secondo quanto riportato dal Financial Times, quotidiano economico-finanziario specializzato in cronaca finanziaria e analisi dell’attualità economica, le aziende farmaceutiche hanno stipulato i nuovo contratti. Prevedono un aumento dei prezzi dei loro vaccini contro il coronavirus.

 

Le aziende farmaceutiche di Moderna e Pfizer hanno firmato un nuovo accordo con l’Unione Europea per aumentare i prezzi dei loro vaccini per combattere il coronavirus. Il nuovo costo per le dosi di Pfizer è 19,50 euro a dose rispetto i precedenti 15,50 euro. Il nuovo contratto economico per le dosi di Moderna riporta i prezzi in dollari, si ha un aumento netto da 22,60 dollari, che corrispondono a 19 euro, a 25,50 euro, cioè 21,50 euro. Questa iniziativa è stata criticata da un funzionario citato dal Financial Times che accusa le aziende farmaceutiche di sfruttare la situazione di emergenza che può essere affrontata vantaggiosamente con la somministrazione dei vaccini Pfizer e Moderna per aumentare il prezzo di mercato al di sopra del prezzo marginale. “I vaccini funzionano, quindi è cresciuto il loro valore”, queste sono state le parole di un funzionario.

 

Dopo aver studiato l’efficienza dei vaccini ad mRNA (quelli di Pfizer e Moderna) rispetto ai vaccini basati sugli adenovirus sono stati rinegoziati gli accordi commerciali che prevedono l’acquisto di 2,1 miliardi di dosi totali fino al 2023. Dati analitici dimostrano che il mercato globale dei vaccini potrebbe ammontare ad un valore di 70 miliardi di dollari, ma il prezzo è destinato ad aumentare: la variante del coronavirus è più contagiosa pertanto si sta valutando l’ipotesi di somministrare la terza dose del vaccino per prevenire forme virali gravi.

Esaurite le risorse naturali previste per il 2021. Da oggi prenderemo in prestito le risorse dei nostri figli. “Vivere come se non ci fosse un domani” è lo slogan sul quale modella la propria esistenza il genere umano. Ogni anno la nostra specie consuma più risorse di quelle che la Terra mette annualmente a disposizione. Per il 2021 il debito comincia già dal 29 luglio. Nel 2020 l’Over Shoot Day è caduto il 22 agosto. Quest’anno quasi un mese prima. A testimonianza del fatto che consumiamo sempre di più, anch se non possiamo permettercelo.

 

Con preoccupazione, il WWF nota come la situazione sia tornata esattamente la stessa di due anni fa. In un comunicato scrive: «L’umanità attualmente utilizza il 74% in più delle risorse che gli ecosistemi del pianeta sono in grado di rigenerare». Possiamo quindi dire che consumiamo 1,7 Terre all’anno. «Dall’Earth Overshoot Day fino alla fine dell’anno, l’umanità opera in deficit di spesa ecologica. Questa spesa è attualmente una delle più grandi da quando il mondo è entrato in overshoot ecologico nei primi anni ‘70».

Come viene calcolato l’Over Shoot Day? L’analisi viene effettuata dal Global Footprint Network – organizzazione di ricerca internazionale che monitora l’impronta ecologica dell’uomo – e si basa su una serie di fattori tra cui i cambiamenti nelle emissioni di carbonio e nella biocapacità forestale dal primo gennaio all’Earth Overshoot Day 2021.

 

È stato constatato un aumento del 6,6% dell’impronta ecologica globale rispetto al 2020. La deforestazione e il degrado della Amazzonia è un punto tenuto sotto stretta sorveglianza ad esempio: quest’anno viene segnalata una diminuzione della sua biocapacità forestale pari allo 0,5 per cento. I dati sono preoccupanti, i paesi più industrializzati consumano prima le proprie risorse. Ad esempio l’Italia ha consumato le proprie risorse il 13 maggio ma rimane in linea con gli anni precedenti, 14 maggio nel 2020 e 15 maggio nel 2019.

Confermata quarantena di 5 giorni per arrivi dall’Inghilterra e di 10 giorni per quelli dai Paesi extra Ue. Il governo non esclude “iniziative forti” per il ritorno a scuola in presenza. Vaccini, il sottosegretario Costa: “Molto probabile terza dose dopo 12 mesi dalla seconda“. Sono 6.171 i nuovi casi di coronavirus in Italia, con il tasso di positività al 2,7%. I decessi sono 19. Crescono le terapie intensive (+11) e i ricoveri ordinari (+45). Cresce il numero dei pazienti ricoverati con sintomi (+45, 1.730) e in rianimazione (+11, 194), con 20 nuovi ingressi giornalieri. Il bollettino del 29 luglio segnala inoltre 6.171 nuovi casi su 224.790 tamponi eseguiti.

 

Biden duro contro i no-mask e i no-vax. a tutti i federali verrà chiesto status vaccinale “E’ tempo di imporre alcune condizioni su gruppi chiave per assicurarci che si vaccinino. A tutto il personale federale verrà chiesto di attestare il proprio status vaccinale. Chiederò all’amministrazione di seguire la stessa procedura anche con i contractor esterni che lavorano con l’amministrazione” – poi continua -“arresto per chi entra alla Camera senza mascherina“. Duramente criticata questa scelta da parte dei repubblicani. Chiunque entrerà alla Camera, sia visitatori che membri del Congresso, che rifiuterà di indossare la mascherina potrà essere arrestato.

 

La Thailandia ha registrato nelle ultime 24 ore un record di casi e di decessi provocati dal coronavirus, rispettivamente a quota 17.669 e 165. I dati, scrive il Guardian, portano il bilancio complessivo delle infezioni nel Paese dall’inizio della pandemia a quota 561.030, inclusi 4.562 morti.

 

Scuola, Bossi dichiara: “Ora dobbiamo fare in modo che le scuole riaprano in sicurezza e in presenza, è il nostro chiodo fisso, cercando di favorire la vaccinazione degli studenti e soprattutto dei docenti”. A breve il green pass diventerà obbligatorio per entrare nei musei, cinema e teatri. Obbligatorio anche per spettacoli e per l’accesso ad eventi pubblici. Sarà discussa l’introduzione del certificato verde anche per la scuola.

Almeno un miliardo di danni per i numerosi incendi in Sardegna. «Il perimetro del rogo – fa sapere la Regione con una nota – comprende un’area stimata al momento in almeno 20 mila ettari». Partendo da questo dato, Ettore Crobu, dottore agronomo e presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Cagliari ipotizza una stima: «Se partiamo dalla cifra dei 20 mila ettari distrutti possiamo dire che l’ordine di grandezza è quello del miliardo di euro almeno». A pagare il prezzo più alto sono i tredici comuni del Montiferru per i quali la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza propedeutico alla richiesta di dichiarazione di calamità. A Cuglieri il bosco simbolo della rinascita (dopo gli incendi del passato), quello che veniva definito «l’orgoglio del Montiferru», non c’è più.

 

Distrutto dalla violenza delle fiamme che hanno lambito la piazza. Per tutta la notte di sabato e quella di domenica le squadre a terra hanno lavorato per cercare di domare e arginare l’avanzare del fuoco. Poi interventi e disperazione e sfollati a Scano Montiferro e Santu Lussurgiu e Tresnuraghes e gli altri comuni ancora sino ad arrivare a Macomer. La situazione è disastrosa – dice Roberto Serra di Confagricoltura -. Ieri mi ha chiamato un associato dicendomi che la sughereta, pronta al taglio del sughero era stata completamente divorata dalle fiamme. Delle migliaia di piante è rimasta solo cenere, con un danno per centinaia di migliaia di euro che non si potrà più ripagare, dato che per ricostituirla ci vorranno almeno trent’anni».

 

Oltre 3000 le persone coinvolte nell’incendio nella speranza di domarlo. 1500 gli evacuati, poi rientrati nelle loro abitazioni. La zona è stata devastata e il paesaggio è completamente cambiato. Gli incendi sono quasi sempre di natura dolosa e sono molto pericolosi in questo periodo date le alte temperature e la pioggia che manca da settimane.

 

Un grave incendio si è consumato in un’industria chimica a Leverkusen, presso il versante ovest della Germania. Si tratta di una minaccia estrema, così la definisce la protezione civile tedesca che ha allertato la popolazione invitandola a chiudere le finestre e a restare in casa a causa dell’enorme a colonna di fumo che si disperde sulla città. Ci arrivano notizie dall’agenzia di stampa tedesca Dpa che ha pubblicato sui social media tedeschi le foto dell’immensa nube nera levatasi in cielo. L’atmosfera è inquinata dai gas tossici dell’esplosione dell’impianto chimico pertanto è doveroso mantenere lo stato di emergenza. Diversi sono i feriti.

 

Leverkusen, dove si è registrata la forte esplosione, è la sede della Bayer. La Bayer AG è una delle principali multinazionali farmaceutiche a livello mondiale la forte esplosione si è consumata proprio presso lo stabilimento Bayer a Leverkusen, nel quartiere di Buerrig in un impianto di incenerimento dei rifiuti pericolosi. Gli operatori del sito del Chempark a Leverkusen, circa 20 km a nord di Colonia sul fiume Reno, ci fanno sapere che la causa dell’esplosione non è ancora chiarita. Sono stati allertati i vigili del fuoco e reclutati furgoni per analizzare le dinamiche dell’accaduto. Sono in corso quindi le indagini per il rilevamento dell’inquinamento.

 

La polizia di Colonia scrive in un messaggio su Twitter che diversi sono i feriti nell’esplosione dell’impianto chimico dello stabilimento Bayer a Leverkusen. Si invita la popolazione a non uscire di casa e ha tenere chiuse le finestre. Inoltre, è doveroso lasciare libere le vie d’accesso all’impianto. Anche le autostrade sono bloccate, si rende noto attraverso un avviso pubblicato dai vigili del fuoco di Colonia su Twitter: la A1 tra Colonia-Niehl e Kreuz Leverkusen, la A3 tra Kreuz Leverkusen e Dreieck Langenfeld e la A59 tra Kreuz Monheim-Süd e Kreiz Leverkusen-West. Cinque persone disperse dopo l’esplosione avvenuta poco prima delle 10 di questa mattina.

L’incubo continua da circa due mesi per Mara Venier, la conduttrice di Domenica In. Mara, conduttrice televisiva, attrice, opinionista e stilista italiana é finita in ospedale per colpa di un intervento dentale mal riuscito. Nelle scorse ore ha nuovamente varcato le porte del Policlinico Umberto I per sottoporsi a specifiche cure mediche affinché possa recuperare la sensibilità al volto. Ce lo fa sapere la conduttrice attraverso un video con i suoi fan sui social in cui inquadra il cartello posto in alto all’ingresso del reparto di chirurgia maxillo-facciale del Policlinico Umberto I di Roma. “Eccoci ancora qua. Chissà quando finirà”, commenta Mara Venier nel video postato sui social network.

 

Mara Venier ha attraversato un periodo di gravi difficoltà fisiche e psicologiche perché, rivoltasi in uno studio dentistico, ha subito un impianto dentale mal riuscito che le ha provocato una lesione al nervo facciale e conseguente paralisi facciale. “Faccio fatica a riprendermi. Devo solo pregare Dio che il nervo possa sistemarsi da solo e che non ci sia bisogno di un intervento di microchirurgia”. Con queste parole Mara Venier confessa, al Corriere della Sera, il trauma che ha vissuto e che ha rappresentato un momento di angoscia profonda per la conduttrice italiana.

 

Nelle ultime ore Mara Venier é ritornata al Policlinico Umberto I di Roma. La presentatrice non ci fa sapere se per sottoporsi alle cure mediche riabilitative o se per sottoporsi ad un nuovo intervento chirurgico. Ciò che si evince dal video é solo lo sconforto e la frustrazione per il trauma subito e che ancora ora sta vivendo. A seguirla nelle cure mediche per recuperare la sensibilità al volto é il chirurgo Valentino Valentini. Quest’ultimo ha agito tempestivamente cercando di tamponare la situazione nelle ore in cui la conduttrice ha perso la sensibilità al volto, in seguito all’intervento dentale.

Questa mattina Massimo Adriatici è arrivato al Palazzo di giustizia di Pavia per l’interrogatorio di garanzia. L’assessore alla sicurezza del comune di Voggera è conosciuto per la sua abitudine di fornire consigli per migliorare l’ordine pubblico, mettendo a nudo la scarsa capacità dei vertici istituzionali e la loro superficialità nello gestire delle richieste dei cittadini perbene. L’assessore è colui che porta sempre con sè la pistola in tasca:  martedí sera proprio dalla pistola è partito il colpo che ha ucciso Youns El Boussetaou a Voghera. Durante l’interrogatorio ha risposto per tre ore alle domande del giudice delle le indagini preliminari Maria Cristina Lupi.

 

Inizialmente la procura ha accusato l’assessore di omicidio volontario. Ma poi ha cambiato direzione attribuendogli le accuse da ecccesso colposo di legittima difesa. Ha infine deciso di confermare l’arresto ai domiciliari per l’assessore alla sicurezza del comune di Voghera per evitare che Adriatici, possa reduplicare il reato o inquinare le prove.

 

Adriatici ha confermato la sua versione: “Stavo passeggiando in piazza Meardi – ha spiegato – quando ho notato quell’uomo infastidire i clienti di un bar. Mi sono avvicinato, l’ho redarguito invitandolo ad andarsene e a quel punto ho chiamato la polizia. Sentendo la mia telefonata, mi ha spinto facendomi cadere. È stato a quel punto che dalla pistola già impugnata è partito il colpo”. Questa versione è confermata dal video, depositato agli atti del pm, in cui si palesa chiaramente che il 39enne di origini marocchine abbia colpito con un pugno (o una manata) al volto l’assessore di Voghera. Le immagini sembrano avvalorare il racconto di Adriatici, così come le deposizioni di due testimoni oculari. Occorre però ancora chiarire alcuni dettagli fondamentali che possono essere decisivi ai fini dell’indagine: quando è partito il proiettile calibro 22? E l’assessore ha premuto il grilletto o è stato un fatto accidentale? Gli inquirenti, insieme ai carabinieri, cercano di ricostruire le dinamiche dell’accaduto.

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