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La comunità scientifica internazionale sostiene la tesi secondo la quale: il rischio di contrarre una forma virale grave di COVID nelle persone affette da malattie autoimmuni è solo leggermente superiore rispetto a chi non presenta uno stato patologico simile. Altra tesi su cui c’è molto da parlare è la possibilità di assumere le dosi di vaccino per i soggetti affetti da patologie autoimmuni. Nonostante queste tesi siano state convalidate dalla comunità scientifica internazionale, sembrano essere motivo di incertezza e scetticismo. Molte persone sono dubbiose in merito alla sicurezza dei vaccini per chi ha un disturbo autoimmune, cronico o meno.

 

Rita Murri, infettivologa, ha spiegato che poiché i vaccini oggi utilizzati sono a mRna o con adenovirus non provoca alcun effetto collaterale invalidante nei soggetti autoimmuni. Poiché però questi soggetti presentano un deficit della risposta immunitaria, potrebbero riscontrare una risposta più lenta e meno forte al vaccino. Presone con psoriasi, ad esempio, possono sottoporsi alla vaccinazione sebbene alcuni farmaci, biologico o convenzionali, potrebbero ridurre l’efficacia del vaccino. È bene sottolineare, secondo la reumatologa Francesca Romana Spinelli, che i benefici del vaccino superano di gran lunga i rischi.

 

Anche per le donne che allattano il vaccino è sicuro. Gli anticorpi sviluppati in seguito alla somministrazione del vaccino in una donna in fase di allattamento possono sono presenti nel latte materno e vengono passati al neonato. Gli anticorpi possono proteggere il bambino dal COVID. Il latte materno contiene 100 volte più anticorpi dopo la somministrazione di entrambe le dosi del vaccino e questo potrebbe essere funzionale alla crescita e allo sviluppo del bambino, nonché la presenza di anticorpi che il bambino assume grazie al latte materno può migliorare in maniera passiva il sistema immunitario. Poiché il bambino non può ricevere alcuna dose di vaccino perché più vulnerabili, la presenza di anticorpi trasmessi dalla mamma può essere una buona forma preventiva contro il COVID soprattutto in questo periodo post- pandemia.

Carmelo Zappalà, il padre della giovane vittima Vanessa Zappalà, non trova pace per il tragico epilogo di una storia condizionata dalla e dalla violenza. La madre della vittima, Antonella Lanzafame, affranta dal dolore, riesce a stento a restare in piedi. È accompagnata dal alcune congiunte all’interno dell’abitazione della nonna materna della vittima, Pietra Trovato, che dista pochi metri dall’abitazione della stessa vittima. I volti dei familiari parlano di un dolore lacerante per una tragedia che poteva essere evitata.

“Non era questo il futuro che avevo sognato per mia figlia”. Parla il padre della sfortunata ragazza che sembra quasi giustificare il suo bisogno di parlare per cacciare fuori la sua rabbia. “Lei quell’uomo l’aveva amato; ne aveva conosciuto anche i figli, ai quali ogni tanto comprava un regalino. Ma il loro rapporto è stato sempre condizionato dalla gelosia è dalla violenza di questo individuo, che alla fine siamo stati costretti a denunciare. Il loro non è mai stato un rapporto tranquillo e nello scorso dicembre si erano già lasciati. Poi abbiamo avuto un chiarimento e hanno deciso di riprovarci, ma tutto ciò fin quando lui, in febbraio, non l’ha nuovamente massacrata di botte. “L’ho chiamato al telefono e mi ha risposto “hai una figlia menomata”.

Il padre racconta di un episodio “che ha dell’incredibile”, egli stesso dice. Appena rincasati, Vanessa si accorge che la porta de solaio al piano superiore si chiude. Il padre di Vanessa subito capisce che si trattava di Tony, subito dopo scopre che l’uomo era solito entrare lì come dimostrato dalla presenza di un tappeto di sigarette della stessa marca che fumava lui. L’uomo origliava le conversazioni della famiglia. Dopo svariati episodi la ragazza denuncia l’uomo che viene messo ai domiciliari. “Vanessa comincia a riappropriarsi della propria vita e sei proprio spazi di ragazza di 26 anni. Lo ha fatto per poco più di due mesi. Non potrà più farlo”. Conclude il padre affranto da dolore.

L’omicidio di Vanessa Zappalà ha rappresentato l’ennesimo episodio di femminicidio provocato dall’ossessione di un uomo che non si era rassegnato alla fine della storia d’amore con la vittima. Vanessa Zappalà aveva solo 26 anni, è stata uccisa sul lungomare di Aci Trezza dall’ex fidanzato Antonino Sciuto. Il 38enne era stato già denunciato per stalking dalla stessa vittima e in seguito a quella denuncia era stato posto ai domiciliari durati solo 3 giorni. Vanessa si è diplomata all’istituto tecnico economico “Enrico De Nicola” di San Giovanni la Punta, la descrivono come una ragazza tranquilla, buona, gentile, educata.

L’assassino era stato denunciato dalla vittima per stalking e per aggressione, la prendeva a calci e a pugni su tutto il corpo, le aveva distrutto casa, la minacciava: “ti prendo a colpi di pistola se scopro che hai un altro”. La ragazza aveva anche denunciato dieci agguato nel giro di cinque giorni. La pedinava, la seguiva ogni giorno, si era intrufolato di nascosto in casa con una copia di chiavi rubate partecipando alle conversazioni della famiglia dal soffitto. Le aveva anche messo un GPS sotto la macchina per essere informato riguardo ogni suo spostamento. La donna lo aveva denunciato, ma il GIP si è limitato a imporre all’uomo il divieto di avvicinamento alla donna.

Vanessa Zappalà stava passeggiando sul lungo mare di Aci Trezza con alcuni amici quando è stata raggiunta dall’ex fidanzato. La ragazza aveva già avvertito il pericolo e si era rivota all’uomo invitandolo ad andare via “altrimenti chiamo il maresciallo”, gli aveva detto. L’uomo però avrebbe seguito Vanessa e il gruppo di amici, e prendendola per i capelli avrebbe iniziato a sparare. Uno, due, sette colpi di cui uno alla testa che non ha lasciato scampo alla giovane donna. Il 38enne aveva preso a noleggio una macchina, aveva con sè la pistola perché aveva già pianificato l’omicidio: i carabinieri hanno trovato 28 proiettili calibro 7.65 nell’abitacolo della macchina che aveva noleggiato.

La scrittrice “dai molti talenti” è stata una delle più vulcaniche e appassionanti giornaliste e saggiste italiane. La donna ha collaborato per diversi anni con Il Mondo di Mario Pannunzio e successivamente con La Stampa, la BCC (con cui messo in essere importanti documentari su Giuseppe Verdi, le dighe in Turchia e diversi testi sulla mafia) e la RAI. Ha scritto per il Corriere della Sera, il gruppo Telegraph. Ha scritto e pubblicato 37 libri tradotti in varie lingue, il primo è il romanzo satirico Tanto gentile e tanto onesta, Feltrinelli, 12 edizioni) che è stato tradotto in ben 8 lingue.

Gaia Servadio è stata la scrittrice italiana più famosa di Inghilterra. Per diversi anni ha catturato la scena giornalistica e culturale italiana e di Londra non solo per aver scritto 37 libri tra saggi, documentari, romanzi e biografie. Il suo fascino era da attribuire anche alle sue molteplici curiosità, era un treno sempre in corsa verso i traguardi dell’avventura e dell’esperienza nel mondo dell’intelletto, della conoscenza e del sapere. “Purtroppo a volte faccio delle sciocchezze per la fretta. Ma almeno le cose le faccio.”, ha sempre sostenuto per sottolineare il suo spirito avventuriero.

Nata da padre ebreo e madre di famiglia cattolica siciliana, Gaia Servadio si è spenta ieri in una clinica romana a 83 anni. Ha vissuto una infanzia segnata dalla crudeltà ebraica, infatti diceva “Sono figlia della guerra” quando ricordava gli anni passati. Ricordava spesso come gli amici di Padova si vergognavano della loro ebraicità, i cappottini fatti con le fodere delle poltrone, la nonna e la bisnonna uccise ad Auschiwtz, le macerie sotto i suoi occhi e le morti a cui doveva assistere e di fronte alle quali la mamma cercava di proteggerla. A 15 anni ha iniziato a studiare arte a Londra, costruendosi la propria storia.

Dagli ultimi aggiornamenti resi noti dalla Protezione Civile relativi alle ultime 24 ore sono stati fatti in totale 206.531 tamponi di cui 7.260 sono risultati positivi. In totale quindi i positivi sono 130.502, nelle ultime 24h sono morte 55 persone affette dal virus per un totale di 128.634 decessi contati dall’inizio della pandemia. Il 90% dei decessi si sono verificati nel caso di gravi condizioni patologiche riscontrate da pazienti non vaccinati. Aumentano i ricoveri e l’occupazione dei posti in terapia intensiva. Alcuni ospedali, tra cui l’Ospedale Cannozzaro -Catania-, hanno saturato i posti letto. In totale stati immunizzati quasi 36 milioni di italiani.

“Il prezzo dei tamponi deve essere calmierato, e anche le Regioni possono fare di più per abbassare il costo”. Lo ha detto Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla camera dei deputati. Nel frattempo il ministero della Salute ha stipulato un nuovo piano regolativo: la quarantena dei vaccinati che sono stati a contatto con un positivo si riduce da 10 a 7 giorni. Per i non vaccinati e per chi non ha ancora terminato le due dosi di somministrazione la quarantena dura 10 giorni. L’Inps comunica che la quarantena non è più ritenuta malattia pertanto la prestazione verrà erogata fino all’entrata in vigore della legge, quindi per gli eventi manifestatosi nel 2020.

In vista della condizione epidemiologica, parla il virologo Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive dell’ospedale di Pisa. Egli ritiene che siano entrate in vigore misure restrittive poco efficienti facendo riferimento alla zona gialla che prevede solo l’introduzione di mascherine all’aperto e la riduzione a 4 del numero di convitati nei ristoranti. “Non è quella la strada. La strada è quella di incidere sulle vaccinazioni. La Sicilia sta scontando la scarsa adesione alla campagna vaccinale”. Infatti, è l’unica regione italiana che ha raggiunto i parametri richiesti per l’ottenimento della zona gialla.

Non ci sarà alcun sistema democratico perché non ha alcuna base nel nostro Paese». Lo ha detto un alto esponente dei talebani Waheedullah Hashimi. «Non discuteremo quale tipo di sistema politico dovremmo applicare in Afghanistan perché è chiaro. È la legge della sharia e basta».Le proteste a Jalalabad contro l’abolizione della bandiera nazionale afghana intanto provocano la reazione talebana. Due i morti accertati, ma, secondo alcune fonti, i morti sarebbero 35. Almeno 17 persone sono invece rimaste ferite nella calca all’aeroporto di Kabul, dove da giorni migliaia di afgani si affollano nella speranza di lasciare il Paese.

 

Dall’Afghanistan arriva la notizia che i talebani, appena ripreso il poter nel Paese e a Kabul, stiano effettuando una serie di rapimenti. “Abdullah ha detto che era per le strade di Kunduz quando i talebani lo hanno fermato” riferisce l’Agenzia France Presse. Ore dopo che i talebani hanno invaso la sua città natale nel nord dell’Afghanistan la scorsa settimana, il diciassettenne sarebbe stato costretto a trasportare granate con propulsione a razzo su una collina vicina. In tutto, secondo quanto riferito dalle agenzie, si tratta di circa 40 ragazzi, alcuni dei quali di appena 14 anni.

 

Intanto il console italiano a Kabul, Tommaso Claudi, al Tg1 ha detto: “Abbiamo evidenza di 20 connazionali non solo a Kabul ma anche nelle altre province dell’Afghanistan”. Il console è rimasto nella capitale afghana per mantenere un collegamento operativo con la Farnesina e gestire tutte le operazioni di rientro in loco. “Il nostro obiettivo è mantenere il ponte aereo aperto”. I talebani hanno preso il controllo effettivo del paese domenica a seguito di un’offensiva fulminea, supportata in parte da giovani come Abdullah da usare come carne da cannone. Il Regno Unito si impegna a «fare tutto il possible per prevenire una crisi umanitaria» in Afghanistan dopo l’avanzata dei Talebani seguita al ritiro della Nato e a «sostenere» gli afgani in fuga che negli ultimi anni hanno collaborato con l’Occidente.

Torna a parlare Luca Onestini dopo la fine della relazione con Ivana Mrazova. La modella di origini ceche conosciuta nel 2017 durante la partecipazione dal Grande Fratello Vip ha conquistato sin da subito il cuore del modello bolognese, infatti i due dopo la fine del programma hanno vissuto una storia d’amore durata quasi 4 anni. Ad una settimana dall’annuncio della rottura, Luca Onestini, ex tronista di Uomini e Donne, si è sfogato sui social dicendosi stanco di subire continui attacchi e insinuazioni da parte di chi, vedendolo in compagnia di diverse persone, sparge la voce di eventuali frequentazioni con altre ragazze.

Nelle Instagram Stories, infastidito dalle accuse e da insinuazioni infondate, ha detto: “Mi sono rotto di leggere tutti i giorni cose su di me completamente false. Leggo titoli assurdi, ogni giorno per me c’è una ragazza diversa, ‘nuovi flirt per Luca Onestini’. Ci sono dei parassiti dell’umanità qui sul web che alcuni di voi purtroppo non seguono. Io vengo da un periodo che è veramente molto complicato, di grande sofferenza. Sto male adesso, sono stato male ieri e staró male nel prossimo mesi [..]”.

Dalle parole si evince delusione ma allo stesso tempo maturità, così definita da molti, nell’affrontare la rottura di una storia importante. “Io cerco di distrarmi, esco, faccio per forza, sennó uno rimane a casa e si tagli le vene. Di conseguenza cerco di divertirmi e distrarmi, stare in mezzo alla gente, ma non è facile. Quindi questa mancanza di rispetto, questo inventarsi tutte queste storie, è terribile”. Subito dopo, in uno sfogo spontaneo, rivela le modalità che hanno determinato la rottura della relazione. “Leggo notizie che mi associano ad altre donne. Io sono stato lasciato su Whatsapp dopo quattro anni e come se non bastasse devo anche essere dipinto come un puttaniere, come uno che salta di fiore in fiore, che manca di rispetto”.

Passare in zona gialla non è reintrodurre il lockdown o coprifuoco. I dati ci indicano che potrebbe esserci questo passaggio di colore per alcune regioni, una su tutte le Sicilia. Però anche sotto questo aspetto dobbiamo fare una riflessione: ad oggi, come previsto, e anche con la modifica dei parametri per le decisioni, passare in zona gialla significa reintrodurre le mascherine e il mito e dei quattro posti a sedere nel solito tavolo per quanto riguarda i locali al chiuso. Tutto il resto rimane invariato. Nessun lockdown o coprifuoco. Tutte le attività sono permesse, non si preclude il ritorno alla normalità”. Queste sono le parole che ha pronunciato a Sky Tg24 il sottosegretario alla Salute Andrea Costa in virtù della situazione COVID aggiornata oggi, martedì 17 agosto.

Per alcune regioni il raggiungimento dei parametri che rimandando, secondo il nuovo decreto, al raggiungimento della zona gialla sono stati raggiunti. La Sicilia ha superato la soglia dei ricoveri negli ospedali, mentre la Sardegna ha raggiunto e ormai oltrepassato i limiti previsti dal nuovo decreto per l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva. La Sardegna ha tuttavia ancora un margine per i ricoveri ordinari per COVID che non fa scattare immediatamente la zona gialla, ancora zona bianca per almeno un’altra settimana.

I contagi aumentano in tutta Italia, registrando un aumento dei ricoveri in area medica. Secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa la chiusura delle discoteche è stato il movente delle feste private e degli assembramenti tra i ragazzi. Lo definisce errore del governo. “Il via libera alle serate da ballo sarebbe stata un’ottima occasione per portare avanti lo screening di massa sui più giovani”, ha detto Andrea Costa nell’intervista a Sky Tg24 affermando che il green pass era necessario e sufficiente a garantire la riapertura dei locali in sicurezza e rispettando le norme anti-COVID.

Gino Strada, all’anagrafe Luigi, è stato medico attivista e filantropo italiano, ed è co-fondatore dell’ONG italiana Emergency assieme alla moglie Teresa Sarti. Gino Strada è nato il 21 Aprile 1948 a Sesto San Giovanni, è morto oggi venerdì 13 Agosto 2021. Gino Strada, una delle più importanti ong del mondo e la più importante in Italia, era in vacanza in Normandia (Francia). Aveva 73 anni ed era malato di cuore. A dare il triste annuncio è stata la figlia Cecilia Strada che si dice addolorata per l’improvvisa perdita del padre.

Gino Strada è il co-fondatore di Emergency. L’Ong, cui aveva dato vita con la moglie Teresa Sarti nel 1994, ha costruito ospedali e inaugurato posto di primo soccorso in 18 Paesi, contribuendo alla guarigione di 11 milioni di persone. Emergency è un’associazione indipendente nata nel 1994 per dare cure medico-chirurgiche gratuite efficienti ai fini di soccorrere le vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Aziende e fondazioni, enti e istituzioni si mettono in gioco e scelgono volontariamente di finanziare il lavoro dei medici, degli infermieri e degli operatori in Italia e nel mondo per garantire cure medico-chirurgiche di elevata qualità alle vittime della povertà, delle guerre e delle mine antiuomo.

“Amici, il mio papà Gino Strada non c’è più. Io vi abbraccio ma non posso rispondere ai vostri tanti messaggi (grazie), perché sono qui: dove abbiamo appena fatto un soccorso e salvato vite. È quello che mi hanno insegnato lui e la mia mamma. Abbracci forti a tutte e tutti.” Queste sono le parole che ha scritto in un tweet Cecilia Strada, la figlia dei due fondatori di Emergency. “I pazienti vengono sempre prima di tutto, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino”. Questo è il messaggio della Ong.

Arriva il bonus condizionatori che permette di risparmiare sull’installazione di un nuovo condizionatore oppure di sostituire quello vecchio con uno più performante e con una classe energetica più efficiente. Il bonus mobili inserito nella legge di bilancio del 2021 permette, oltre al bonus ristrutturazioni, di avere delle agevolazioni per un nuovo condizionatore. Le temperature torride di questa estate potrebbero permettere di dare una rinfrescata a tutti. La detrazione è valida fino a fine anno, dà diritto a una detrazione fiscale tra il 50 ed il 65%, anche senza l’obbligo di effettuare una ristrutturazione edilizia.

 

Come spiegato da Adiconsum, la detrazione al 50% è prevista nel caso in cui l’acquisto dell’apparecchio sia abbinato “alla ristrutturazione della casa (bonus ristrutturazioni), ma anche a un intervento di manutenzione straordinaria senza la ristrutturazione (bonus mobili)”, con un tetto massimo di spesa pari a 16mila euro. Per questo motivo la detrazione va associata alla richiesta del Bonus ristrutturazioni. Il climatizzatore deve obbligatoriamente essere ad alto risparmio energetico, un aspetto da comprovare tramite specifica certificazione del produttore o del termoidraulico. La detrazione invece, sale fino al 65% di detrazione se la compravendita non è connessa ad alcuna ristrutturazione, ma in questo caso il condizionatore “deve appartenere a una classe energetica superiore e il tetto massimo di spesa è di 46.154 euro”.

 

Il bonus può essere richiesto senza alcun limite di reddito o Isee da persone fisiche, esercenti di arti e professioni, società di persone e di capitali, associazioni di professionisti, condomini, istituti autonomi per le case popolari e cooperative di abitazione a proprietà indivisa. Si può usufruire del bonus fino a fine anno, richiedendo l’agevolazione direttamente nella dichiarazione dei redditi. Nel totale delle spese, suddiviso in 10 quote annuali di pari importo, possono essere inclusi anche trasporto e montaggio, purché il pagamento venga effettuato con strumenti perfettamente tracciabili.

 

 

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