Extra quotidiano

Approvate le modifiche al Decreto Sicurezza

Negli ultimi giorni nelle televisioni italiane non si fa altro che parlare del decreto sicurezza , per capirci qualcosa è indispensabile spiegare cosa prevede questo e da chi e quando è stato introdotto.
Il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei ministri del governo Conte Isostenuto da Movimento 5 stelle e Lega – il 24 settembre 2018 ed è stato poi convertito in legge in Parlamento, con voto di fiducia, il 28 novembre successivo.
Gli interventi del decreto sull’immigrazione che ad oggi hanno avuto ricadute più significative riguardano: la modifica del sistema di accoglienza in Italia, l’abolizione della  protezione umanitaria, l’esclusione dei richiedenti asilo dall’iscrizione anagrafica.

Dopo mesi di trattative tra Partito Democratico e M5S il consiglio dei ministri nella serata di ieri ha approvato delle importanti modifiche al decreto sicurezza, le modifiche riguardano gli articoli 131-bis e 588 del codice penale e intervengono innanzitutto sulle dure regole che erano state imposte alle navi delle ONG che prestavano soccorso nel mar Mediterraneo.
Le multe alle ONG non potranno superare i cinquanta mila euro e la nave non potrà più essere confiscata, inoltre il divieto di ingresso in acque italiane sarà applicato solo se le navi Ong non avranno comunicato alle autorità italiane e a quelle del paese di appartenenze le operazioni.

Viene reintrodotta la protezione umanitaria nell’ambito dell’accoglienza dei migranti, ovvero potranno essere convertiti i permessi di soggiorno per protezione speciale ,permessi per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva in permessi di soggiorno per motivi di lavoro.
Viene introdotto il Daspo Urbano , ovvero i soggetti che negli ultimi tre anni hanno subito condanne definitive , non definitive per la vendita di sostanze stupefacenti , non potranno entrare nei locali pubblici.
Finalmente con questa variazione , l’Italia si dimostra ancora una volta un Paese che fa della civiltà il primo dovere.

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