Ecco tutte le bugie sulla pericolosità delle mascherine

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L’arrivo del Corona Virus anche in Italia ha portato tantissime novità e soprattutto cambiamenti del nostro stile di vita , purtroppo non tutti hanno accettato ciò, cosi da crearsi correnti differenti di pensiero , soprattutto in merito ai dispositivi di protezione individuale con riferimento maggiore all’uso delle mascherine.
Questa nuova corrente di pensiero , definita un pò ironicamente “no-mask” , non condivide nella maniera più assoluto l’uso delle mascherine come prevenzione al contagio, evidenziato una serie di pericolosità che il dispositivo potrebbe portare alla persone , a dire il vero tutte false verità , smentite da più specialisti del settore.

Le ragioni per il quale questi personaggi sono contro all’uso di questo dispositivo sono per lo più legate all’ambiente che si viene a creare tra la bocca della persona e la mascherina , ambiente che secondo le loro pazze idea può essere terreno di coltura di ulteriori virus , che poi potrebbero portare danni anche abbastanza gravi alla laringe e alla faringe.
Altra ragione sarebbe legata all’anidride carbonica che trovando la mascherina lungo il suo percorso di uscita dai polmoni , non verrebbe eliminata del tutto , accumulandosi all’interno dell’apparato respiratorio e portando gravi squilibri osmotici ed elettrolitici , tutto ciò viene smentito subito da chi , come i chirurghi e gli immunodepressi, passano la maggio parte delle ore con una mascherina , che gli salva la vita.

L’Università di Padova , a proposito della questione anidride carbonica ha rilasciato un comunicato in cui si sottolinea che è si vero che respirare anidride carbonica è dannoso ma solo se viene fatto per lunghi periodi di tempo , cosa che non dovrebbe sicuramente accadere in questa situazione.
Sicuramente è doveroso ammetterlo che la mascherina è un fattore pesante e scomodo soprattutto a livello psicologico e sociale ,ma efficace contro i virus , infatti uno studio evidenzia che una mascherina che filtri il virus al 60%, adottata dall’80% della popolazione, per esempio, determina un valore di R al di sotto di 1, ciò determina la scomparsa del virus in breve tempo.

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