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Questa sera allo Juventus Stadium si disputerà la partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League tra la Juventus e il Porto, ai bianconeri basterà un solo gol per accedere ai quarti di finale.
La gara d’andata fù vinta dai portoghesi con il risultato di 2-1, per lunghi tratti i bianconeri non riuscirono nemmeno a superare il centrocampo, due disattenzioni colossali , la prima di Bentancur e la seconda dell’intera difesa bianconera portarono il Porto su un netto 2-0.
Nei minuti finali la Juventus riuscì a siglare una rete grazie ad un bel gesto tecnico di Federico Chiesa.

Il risultato maturato tre settimane fa allo stadio Do Dragao dagli uomini di Sergio Conceicao mise a nudo tutte le criticità dei bianconeri, in primis la mancanza di Arthur a centrocampo fece si che il pallino del gioco stesse sempre nelle mani dei portoghesi, l’assenza di Morata in attacco pesò tantissimo, lo spagnolo al momento è l’unica prima punta a disposizione di mister Andrea Pirlo.
Nel post-gara il mister bianconero non potè fare altro che sottolineare gli errori di concentrazioni commessi dai suoi ragazzi, promettendo però ai tifosi di vendere cara la pelle nella gara di ritorno, ecco che finalmente è arrivato il tanto atteso giorno.

La Juventus questa sera potrà contare sul ritorno di Leonardo Bonucci che sarà affiancato quasi sicuramente da Demiral, anche se in panca scalpita il capitano Giorgio Chiellini, in cabina di regia quasi certo il rientro di Arthur, in attacco ci sarà di nuovo Alvaro Morata insieme all’instancabile Cristiano Ronaldo, che non appena sente la musichetta della Champions si trasforma e diventa immarcabile.
Nonostante i tanti recuperi, nella Juventus gli assenti di lusso saranno tre, Danilo squalificato, Dybala alle prese con un brutto infortunio che non riesce a guarire e Bentancur ancora positivo al Covid-19.
I bianconeri sono pronti a regalare una notte di gioia ai propri tifosi.

La Juventus ritorna a vincere e a rincorrere l’Inter di Antonio Conto, l’anticipo di serie A si conclude con un netto 3-0 ai danni dello Spezia, che nonostante il divario ha giocato una buonissima partita.
La Juventus piena zeppa di infortuni, deve rinunciare anche a De Ligt infortunatosi pochi minuti prima del fischio d’inizio.
In porta per i bianconeri ci va il polacco Szczesny, linea difensiva a tre con Demiral, Danilo e Alex Sandro, centrocampo con Rabiot, Mckennie, Bentancur e sulle fasce, Frabotta e Chiesa, in attacco il duo Cristiano Ronaldo affianco a Kulusevski.

Nello Spezia c’è Marchizza e non Bastoni sull’out mancino, così come a centrocampo viene scelto Leo Sena al posto di Ricci e in attacco Farias invece di Verde.
Il primo tempo vede le due squadre in campo molto timorose, la Juventus non prova a costruire gioco, lo Spezia invece preferisce un possesso sterile, tanto che si va all’intervallo con il risultato di 0-0 e senza nessuna azione degna di cronaca.
La scossa alla Juventus la da Andrea Pirlo, che intorno al 60′ effettua i due cambi che poi risulteranno decisivi, dentro Morata e Bernardeschi, fuori uno spento Mckennie e Frabotta, Juventus con cinque uomini in fase d’attacco.

Proprio Bernardeschi da il via all’azione dell’ 1-0, confezionando dalla fascia sinistra un assist per Morata, che anticipa tutti sul primo palo e mette la palla in rete, il Var convalida il gol allo spagnola.
La Juve ingrana la marcia e inizia a giocare, producendo molte occasioni da rete, su una di questa sigla il 2-0 Federico Chiesa.
Al minuto 90 Cr7 sigla il 3-0 su assist di Bentancur e raggiunge quota 20 gol in campionato.
Momento di gloria anche per il portiere juventino, quasi mai impegnato durante il match, al 93′ para un rigore a Galabinov,  appena dopo l’arbitro fischia la fine del match.
La Juventus continua la corsa all’Inter.

La crisi finanziaria che ha innescato il Coronavirus ha colpito anche il mondo dello sport, in particolare il calcio che da sempre è stato un mondo ricco di guadagni e di giri di soldi interminabili.
Ieri sera si è conclusa la sessione invernale di calciomercato senza botti e colpi, ma con scambi, prestiti e ritorni al fine di non gravare troppo sul bilancio annuale.
Ecco che proveremo a redigere una pagella, tenendo conto delle perdite causate dal virus soprattutto per le società medio-piccole che già vivevano in una situazione di stabilità precaria.
In generale, forse è stata la sessione di mercato più spenta degli ultimi 10 anni, non sappiamo quanto il Covid-19 abbia potuto incidere veramente.

Il Milan capolista ha ben sfruttato la sessione di mercato invernale, come vice Ibra arriva il croato Mandzukic , ex bianconero e già conoscitore del calcio italiano, a centrocampo arriva Meitè mentre a sorprendere è l’ultimo arrivato Tomori, difensore di grandi prospettive, voto complessivo 7.5.
L’altra milanese, l’inter non effettua nessuna operazione di mercato, un vice Lukaku avrebbe fatto comodo ma la società a deciso di restare alla finestra ad osservare, senza voto.
La Juventus come suo solito cerca in questi frangenti di mettere a posto il bilancio, nessun acquisto, ceduto Khedira e quindi risparmio sul bilancio, voto complessivo sotto la sufficienza.

L’Atalanta perde il suo capitano, forse il giocatore più tecnico e importante dell’intero organico, cessione al Siviglia per pochi milioni, ma perdita importante.
Arriva alla corte di Gasperini Kovalenko, si spera non faccia rimpiangere Gomez.
La Lazio di Lotito non fa mai spese folli, arriva quasi gratis dal Milan il difensore Musacchio che farebbe comodo a qualsiasi squadra italiana, voto sopra la sufficienza.
Il Napoli conferma anche sul mercato lo stato di confusione mostrato in queste ultime settimane, svende praticamente bomber Milik, Malcuit e Llorente, senza rinforzarsi, voto 5.

 

E’ stato un 2020 davvero molto brutto per il mondo del calcio, la pandemia da Sars-Cov2 ha letteralmente stravolto il modo di vivere questo sport, ormai da circa 8 mesi gli stadi dell’intero mondo sono vuoti, spesso a causa dei contagi vengono rinviate numerose partite, insomma tutto è diverso.
Anche la Juventus nel suo 2020 ha avuto alti e bassi, l’arrivo di mister Pirlo non ha portato purtroppo i risultati sperati, almeno nell’immediato, tutti i tifosi bianconeri sperano di iniziare questo nuovo anno con una vittoria che farebbe comodo a tutti, visto che la capolista Milan sa solo vincere.
Domani all’Allianz Stadium ci sarà il match contro l’Udinese alla ore 20.45.

Prima di questa importante e delicata partita a cui poi seguiranno numerosi incontri anche a distanza di soli 2-3 giorni, mister Pirlo nella consueta conferenza stampa pre-gara ha riferito ai microfoni delle importantissime novità.
In primis il tecnico bianconero si mostra fiducioso e contento dopo la sosta natalizia in primis perchè anche i pochi infortunati sono rientrati con il gruppo e la voglia di vincere tra i ragazzi sembra ritornata alle stelle.
A proposito di acciacchi sono rientrati Arthur, Demiral e il capitano Giorgio Chiellini che sarà disponibile dalla prossima gara.

A proposito della gara di domani sera contro una sempre ostica e attenta Udinese, il tecnico juventino posa la sua attenzione sulla fisicità dei friulani e sulla buona organizzazione tecnico e tattica data dalle grandi qualità del mister Luca Gotti che ha saputo ben sfruttare l’organico a sua disposizione.
Pirlo ricorda ai giornalisti presenti che prima della ripresa degli allenamenti vi è stata una riunione con i calciatori e lo staff, per definire gli obiettivi futuri e soprattutto evitare di ripetere una la gara vista contro la Fiorentina, sia per la mentalità messa in campo sia per gli errori assurdi dal punto di vista tecnico.

Conosciuto da tutti come Pablito, nome dovuto alle sue gesta eroiche nel Mondiale di Spagna disputatosi nel 1982, anzi in quella partita poi passata come storica in cui Paolo Rossi rifilò una tripletta al Brasile, che all’epoca era una machina perfetta, ancora oggi considerata una delle miglior formazione della storia brasiliana.
Oggi all’età di 64 anni anni il bomber italiano ci ha lasciati ed è volato in cielo a causa di un brutto male diagnosticato nella scorsa primavera che lo ha costretto a subire due interventi chirurgici e a vivere gli ultimi giorni della sua vita in un letto d’ospedale sempre in compagnia della moglie Federica Cappelletti, le figlie Sofia Elena e Maria Vittoria e il figlio Alessandro.

La Nazionale in quel famoso Mondiale era guidata dal tecnico Bearzot, insomma un personaggio non proprio amato dagli Italiani soprattutto per le sue scelte fatte durante le convocazioni in un clima di sfiducia e che non faceva altro che pensare allo scandalo calcioscommesse accaduto poco prima.
L’Italia parte per la Spagna sapendo già di dover fare presto ritorno, ma qualcosa di speciale stava nascendo.
Il 5 luglio 1982 Paolo Rossi diventa per tutti Pablito dopo aver rifilato una tripletta ed eliminato il Brasile , candidato numero uno alla vittoria del Mondiale insieme alla finalista Germania,

Il primo gol è un colpo di testa apparentemente facile, poi un bel tiro generato dalla solita scempiaggine difensiva brasiliana in mezzo e infine il più decisivo e sottovalutato gol della storia del calcio quando tutto sembrava perduto e che portò poi alla vittoria del Mondiale.
Dopo la morte di Diego Armando Maradona, oggi ci lascia un grande goleador che più ha incarnato il senso di essere italiano, ovvero sudore e sacrificio per arrivare ad un traguardo del tutto inaspettato.
La redazione si stringe attorno alla famiglia Rossi in questo momento drammatico.

Claudio Marchisio conosciuto dal popolo juventino come “Principino” ha voluto rilasciare una bella intervista alla viglia del big match di Champions League che domani sera alle ore 21.00 ci sarà al Camp Nou di Barcellona, i blaugrana dovranno affrontare la Juventus di mister Pirlo per confermare il primato nel girone G, invece i bianconeri vogliono riscattare la brutta prestazione di due settimane fa e rubare la vetta del girono al Barca.
Nella lunga chiacchierata insieme al giornalista dello “Sport”, l’ex capitano della Juventus ha toccato vari argomenti sottolineando più volte l’amore intramontabile verso i colori bianconeri nonostante l’esperienza a Torino non sia finita nel migliore dei modi.

Marchisio inizia facendo un grosso in bocca al lupo ai suoi ex compagni, sperando di vedere una squadra diversa da quella che quindici giorni fa allo Juventus Stadium subì una pesante sconfitto contro il Barcellona di Messi senza però la presenza di Cristiano Ronaldo, attaccante fondamentale per i tatticismi bianconeri.
Le due squadre, ci tiene a dire l’ex bianconero, stanno vivendo momenti assai simili, la Juve manca di grinta e cattiveria e si vede come arranca anche in Serie A, il Barcellona di Koeman viene fuori da una pesante sconfitta in campionato e da problemi di spogliatoio assai importanti.

Non teme di ricordare la pesante sconfitta che la Juventus subì contro il Barcellona nel 2015 con lui in campo vi erano anche Pirlo e Alvaro Morata, proprio all’attaccante spagnolo gli augura di poter fare gol nella sfida di domani e portare la Juventus al primo posto del girono.
Non manca la domanda sul duello tra Messi e Cr7, l’ex juventino non esprime un parere personale ma elogia i due campioni che in modi nettamente differenti rappresentano i miglior giocatori del calcio.
Piccolo pensiero anche su Maradona, idolo non solo di Marchisio ma di intere generazioni

Gli ultimi anni della Juventus hanno avuto come caratteristica fondamentale quella di cercare di vincere ogni partita, soprattutto in campionato, senza tener conto se davanti ci fosse una squadra piccola o una big cercando di guadagnare punti di vantaggio sulle dirette inseguitrici.
Non sempre la Juventus è riuscita nell’impresa di vincere tutte le partite ma il Dna dei bianconeri è stato sempre quello di disputare ogni partita con il sangue agli occhi cercando di portare a casa i tre punti
La stagione calcistica in corso purtroppo non è iniziata nel migliore dei modi, e il problema principale riguarda la mentalità dei calciatori soprattutto contro le squadre medio-piccole.

Analizzando questo inizio di campionato, la Juventus ha perso dei punti preziosi contro Benevento e Crotone, due squadre che puntano alla salvezza e quindi alla portata della Juve che dispone in rosa di campioni del calibro di Cr7 e lo spagnolo Morata che non smette più di gonfiare la rete.
In generale le neopromosse non sono mai state un grande problema della Juve, soprattutto negli ultimi anni dove i punti persi contro le piccole sono stati al massimo due o tre e in un momento in cui la Juve non aveva già nulla da perdere, avendo vinto già lo scudetto.

Simili difficoltà la Juventus le ha avute nella stagione 2004-2005, quando la Juventus perse punti contro il Palermo e il Cagliari ma all’epoca le neopromosse erano addirittura sei e la serie A era tornata a 20 squadre proprio quell’ann.
Sempre in questa stagione, Fabio Capello guidava la Juventus, nonostante i passi falsi riuscì a vincere lo scudetto, auguriamo lo stesso a mister Pirlo che nonostante l’andamento altalenante va avanti sulla sua strada senza scoraggiarsi e cercando di proporre in ogni partita la sua nuova idea di calcio, ora tocca ai giocatori mettere in pratica gli insegnamenti e far volare questa nuova Juventus.

Giornata di lutto nel mondo del calcio e in particolare nello sport, a soli sessanti anni ci saluta il più grande calciatore di tutti i tempi, ebbene si stiamo parlando di Diego Armando Maradona.
Il 30 ottobre il Dio del calcio aveva compiuto sessanta anni e purtroppo il giorno dopo era stato ricoverato in Argentina per una complicanza neurochirurgica risolta poi con un’intervento chirurgico nel migliore dei modi.
Non volendo essere riduttivi, in questo brevissimo articolo vi parleremo della vita di Maradona, idolo del mondo intero e in particolare di Napoli, città che grazie al Pibe De Oro è riuscita a vincere uno scudetto contro la grande Juventus di Platini e che più di tutte ha amato l’argentino.

1976, data indelebile per gli argentini, Maradona inizia la sua carriera da professionista nell’Argentinos Juniors a soli sedici anni, già da questo si capiva che sarebbe diventato il numero uno indiscusso del calcio mondiale.
Noi italiani apprezzeremo ancor di più il grande Maradona precisamente nel 1984 quando davanti ad uno stadio San Paolo stracolmo il Pibe De Oro viene presentato alla città di Napoli come acquisto d’oro per la squadra, pronta a vincere un trofeo in Italia.
Nella stagione calcistica 1986-1987 il “miracolo si avvera” e Diego diventa ufficialmente il Dio del calcio per i partenopei.

Alla guida del Napoli vi era Ottavio Bianchi che disputò la partita più bella di sempre contro la Juventus dopo 32 anni al Comunale di Torino, vincendo poi il primo scudetto della storia.
L’esperienza si concluse nel peggiore dei modi, in un controllo anti-doping Maradona risultò positivo alla cocaina, da qui la sua parabola finì in discesa.
Famosissimo
il suo gol ai quarti di finale del mondiale 86′, quando con la “mano de Dios” fece gol all’Inghilterra.
Napoli e i napoletani piangeranno per sempre un calciatore che per anni è stato e resterà un Dio tra le mura di quella città.

Ancora una volta la Nazionale di calcio vince e convince nel test amichevole che si è disputato ieri sera allo stadio “Franchi” contro una compagine non del tutto irresistibile, l’Estonia.
Nonostante le numerose indisponibilità di calciatori importanti causa Corona Virus e l’assenza anche del Ct Roberto Mancini sostituito egregiamente dal suo secondo Evani, l’Italia rifila un netto 4-0.
L’Italia scende in campo con un nuovo 433, in porta il capitano Sirigu, difesa con Di Lorenzo , Bastoni, D’Ambrosio ed Emerson, in cabina di regia Sandro Tonali con le due mezz’ali  Gagliardini e Soriano, attacco a tre con Bernardeschi, Lasagna e il debuttante Grifo.

L’Estonia cerca di difendersi il più possibile, il Ct Voolaid schiera un 4231, senza però riuscire ad impensierire la retroguardia Italiana.
Il tecnico Mancini resta a casa a causa del Covid-19 e  può ritenersi soddisfatto della giovanissima Italia che ora inizia a far paura anche alle grandi del calcio dopo anni di buio.
Dopo 14 minuti l’Italia passa in vantaggio con una prodezza di Grifo bravo a combinare con Lasagna, il raddoppio arriva con il dieci azzurro, Bernardeschi che dopo una grande azione personale conclude a rete con un tiro dal limite dell’aria che non lascia scampo al portiere dell’Estonia.
I primi 45 minuti si concludono senza nessun’altra azione degna di nota.

Nella ripresa l’Italia continua a giocare la sua ottima gara, numerose sono le sostituzioni fatte dal mister Evani che mette in campo Pellegri, Luca Pellegrini, Calabria, El Shaarawy, Orsolini, Pessina.
Il terzo gol porta la seconda firma di Grifo, bravo a trasformare un calcio di rigore che Gagliardini abilmente si era procurato dopo un fallo in area di rigore.
La gara si chiude al minuti 86 quando un pimpante Orsolini prima subisce un fallo in area e trasforma in rete il rigore, siglando il suo secondo gol in Nazionale maggiore.
Una bella Italia conclude così il test amichevole.

 

La Juventus guidata da mister Andrea Pirlo stecca l’ennesima partita di campionato contro un grandissimo Verona che disputa una partita ad altissimi livelli.
Dopo la bella gara disputata dai bianconeri nella prima partita di Champions League , nella serata di ieri i ragazzi di Pirlo non riescono ad andare oltre il pareggio , passando addirittura in svantaggio e realizzando il gol del pareggio grazie ad una magia di Dejan Kulusevski , ormai diventato un vero e proprio lusso.
I tifosi tutti restano preoccupati per la mancata vittoria e per il terzo pareggio consecutivi, soprattutto in vista della partita di Champions da affrontare mercoledì contro Messi e compagni.

In uno Juventus Stadium quasi vuoti i bianconeri scendono in campo senza Cristiano Ronaldo ancora positivo al Covid-19 e in difesa manca il capitano Giorgio Chiellini dopo il problema riscontrato in Champions.
In porta ci va Wojciech  Szczęsny, difesa a tre con Bonucci Demiral e il brasiliano Danilo , centrocampo a quattro con Arthur e Rabiot centrali , ai due lati ci vanno Cuadrado e Bernardeschi, Ramsey dietro le due punte Dybala e Morata.
Il Verona guidato da mister Ivan Juric si presenta con Kalinic in attacco supportato da Colley e da uno strepitoso Zaccagni.

La gara già dai primi minuti è ricca di emozioni , la Juve sembra avere in mano il gioco grazie ad una buona rete di passaggi e all’ottima intesa tra i due attaccanti , proprio Morata nei minuti finali del primo tempo vede annullarsi dal Var un grande gol per un fuorigioco millimetrico.
Al minuti 60, Favilli entrato da pochi minuti , su assist perfetto di Zaccagni porta i suoi in vantaggio , purtroppo esce per infortunio subito dopo.
La Juve non ci sta , dentro Kulusevski per uno spento Bernardeschi , lo svedese impiega pochi minuti e con una magia porta la juventus al pareggio.
Assedio finale dei bianconeri ma un grande Verona riesce a portare a casa un buon punto.