La terapia domiciliare ha salvato molti pazienti positivi al Covid-19

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Sono trascorsi più o meno dodici mesi dai primi positivi al Coronavirus registrati anche sul territorio italiano, purtroppo la situazione resta ancora complicata nonostante la campagna di vaccinazione viaggia a gonfie vele.
Da un anno gli operatori sanitari stanno mettendo in campo tutte le loro forze per contrastare questo maledetto virus, migliaia di persone sono salve grazie al lavoro di medici e infermieri, nonostante ancora oggi non esista una cura definitiva.
A proposito di cure, un team di medici ha messo a punto uno schema terapeutico basato sull’esperienza e sull’evidenze acquistate sul campo.

Il gruppo creato si chiama “Comitato per le Cure Domiciliari Covid-19” e conta più di 80 mila membri, creato dall’avvocato Erich Grimaldi, fondatore e presidente del “Comitato per il diritto alla cura tempestiva domiciliare nell’epidemia di Covid”.
Oltre alla consueta tachipirina, questo schema prevede l’uso di azitromicina, eparina in caso di eventi tromboembolici e l’idrossiclorochina, prima che l’AIFA ne vietasse l’utilizzo.
Su 906 pazienti curati a domicilio con questi schema , soltanto due i ricoveri e due i decessi.
Nonostante questi ottimi risultati il Governo centrale non ha mai voluto un confronto magari sulla possibilità d’attuazione di questa terapia, nel frattempo i medici di famiglia continuano a chiedere lo schema terapeutico per la cura dei loro pazienti.

Tra gli elementi di rilievo di questo ormai famosissimo gruppo, spicca il nome del Professore Cavanna, medico picentino che ha avuto l’onore di stare sulla copertina del “Time” grazie all’ottimo lavoro svolto qui in Italia.
La vittoria dell’avvocato Grimaldi riguarda anche la sentenza del Consiglio di Stato sulla prescrizione dell’idrossiclorochina, dopo il primo divieto di prescrizione oggi è consentito l’uso off label.
Un’altra vittoria riguarda la cura con gli anticorpi monoclonali, con estremo ritardo l’Aifa ha dato il via libera alla commercializzazione anche in Italia.
In questo momento lo schema terapeutico è stato ufficialmente richiesto dall’America, Grecia, Honduras, Malta, Brasile e Perù, in Italia ancora no.

 

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