Una barca a vela può assumere diverse forme e configurazioni e ogni vela ha un nome preciso, una funzione specifica e una storia che si intreccia con secoli di navigazione. Conoscere i nomi delle vele, oltre ad essere una questione tecnica, è anche un modo per capire come si muove il vento e come gestire l’imbarcazione su cui si naviga e leggere il mare con occhi diversi.
I principali nomi delle vele
La vela non è una sola, a seconda della barca, della direzione del vento e dell’assetto desiderato, possono esserci diverse vele issate contemporaneamente ed ognuna ha il suo nome e ruolo. Le vele principali si dividono in due grandi categorie: vele auriche e vele bermudiane. Le prime sono le più antiche, con forme trapezoidali o triangolari, mentre le seconde sono le più comuni oggi, con una forma triangolare semplice, come quella che si vede sulle derive o sulle barche da regata.
Partiamo dalla randa, la più conosciuta che si trova dietro l’albero maestro, fissata a un boma orizzontale. È la vela principale di molte imbarcazioni moderne ed è quella che si regola con più precisione per ottimizzare l’andatura. Insieme alla randa, c’è spesso il fiocco, una vela triangolare posizionata a prua dell’albero. Il fiocco lavora in coppia con la randa, incanalando il vento verso di essa per migliorarne l’efficienza.
Quando si vuole aumentare la superficie velica, specialmente con venti leggeri, si può issare il genoa, simile al fiocco ma più grande, che arriva a sovrapporsi alla randa. In condizioni di vento favorevole e andature portanti, entrano in scena vele come lo spinnaker o il gennaker.
Il primo è una vela molto ampia e leggera, usata soprattutto in regata per “surfare” letteralmente con il vento in poppa. Il gennaker, più recente, è un ibrido tra genoa e spinnaker, più facile da manovrare ma altrettanto efficace con vento portante.
Su barche d’epoca o tradizionali, i nomi delle vele sono meno comuni ma molto affascinanti, come il trevo, la vela maestra, la vela di straglio, oppure la vela latina, caratteristica delle imbarcazioni mediterranee, con la sua forma triangolare inclinata e il lungo pennone obliquo.
Anche le barche più grandi, come i velieri a più alberi, aggiungono una complessità ulteriore poiché le vele prendono il nome dalla posizione sull’albero (vela di mezzana, vela di trinchetto) o dalla tipologia (velacci, controvelacci, veloni). Ricorda che ogni vela ha il suo scopo, alcune servono a spingere, altre a bilanciare, altre ancora a stabilizzare la rotta.
Le vele da prua: fiocco, genoa e code 0
Le vele a prua dell’albero sfruttano il vento proveniente da direzioni diverse. Il fiocco è la vela base: facile da gestire, ideale per barche piccole e medie, lavora bene con la randa. Il genoa, invece, è più grande e sporge oltre l’albero, garantendo una maggiore spinta. Si usa soprattutto con venti deboli e su rotte in bolina o traverso. Negli ultimi anni, molte barche montano anche un Code 0, una vela leggera e versatile, a metà tra un genoa e un gennaker, ideale per andature larghe ma con vento leggero. È facile da arrotolare e manovrare anche in solitaria, ed è diventato un must nelle crociere moderne.
Le vele sulle barche tradizionali e storiche
Chi ha avuto la fortuna di salire a bordo di una goletta, di una brigantina o di un veliero sa che lì le vele si moltiplicano. Ogni vela ha un nome preciso, ereditato da secoli di tradizione marinaresca. Nelle barche a vela classiche, spesso si usano vele quadre, disposte orizzontalmente su pennoni, e non le moderne vele triangolari. Queste vele prendono nomi diversi a seconda dell’albero su cui si trovano (trinchetto, maestro, mezzana) e della loro posizione verticale (vela bassa, velaccio, controvelaccio, velone).
Un esempio interessante è la vela di mezzana, tipica delle imbarcazioni con più di un albero. Serve soprattutto a mantenere la direzione e la stabilità, più che a spingere. In contesti mediterranei, invece, troviamo la già citata vela latina, ancora oggi usata su gozzi e barche tradizionali: una vela manovrata a mano, senza winch, che richiede esperienza e sensibilità.
Come riconoscere e distinguere i tipi di vela
Capire qual è la randa, dove si trova il fiocco o quando entra in gioco lo spinnaker non è così complicato. Con un po’ di osservazione e pratica si impara velocemente; come detto in precedenze, le vele principali si distinguono per forma, posizione e funzione.
Ecco un breve elenco sui tipi di vela che ti sarà utile a riconoscerle con facilità:
- Randa: triangolare, fissata dietro l’albero, gestita con il boma.
- Fiocco: triangolare, davanti all’albero, più piccolo e diretto.
- Genoa: simile al fiocco ma più grande, sovrappone l’albero.
- Spinnaker: vela ampia, gonfia, usata con vento in poppa.
- Gennaker / Code 0: leggere, da vento largo, arrotolabili.
- Vele quadre / velacci: sulle barche storiche, montate orizzontalmente.
- Vela latina: triangolare e inclinata, usata su barche tradizionali.
Ti può essere utile anche questo video che mostra le fasi di assemblaggio di una vela.
FAQ – Domande frequenti sui nomi delle vele
Qual è la differenza tra fiocco e genoa?
Il fiocco è più piccolo e termina in corrispondenza dell’albero. Il genoa è più grande, spesso arriva a sovrapporsi alla randa, e garantisce più spinta con venti deboli.
A cosa serve lo spinnaker?
Lo spinnaker è una vela pensata per sfruttare al massimo il vento in poppa. Ampio e leggero, è usato per aumentare la velocità, soprattutto in regata.
Cos’è la vela latina?
È una vela triangolare inclinata, tipica delle barche mediterranee tradizionali. Si manovra senza winch e richiede grande abilità manuale.
Quante vele può avere una barca a vela?
Dipende dalla tipologia. Una barca moderna ne ha solitamente due o tre principali, ma un veliero storico può avere anche più di dieci vele diverse.
Il Code 0 è una vela da regata o da crociera?
Entrambe. È molto usato in regata per la sua leggerezza, ma anche in crociera per la semplicità di utilizzo e la versatilità.