Test daltonismo: cos’è, come funziona e perché è utile farlo

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test daltonismo

A stylish young woman in glasses with paints in the interior of the room.

Molte persone pensano che essere daltonici voglia dire vedere il mondo in bianco e nero, senza colori, ma in realtà non è così.

I colori ci sono, solo che chi è daltonico li percepisce in modo diverso, ad esempio, può capitare che il rosso e il verde sembrino quasi uguali, oppure che un blu e un viola non si distinguano affatto.

Non è un difetto di vista in senso classico, piuttosto un modo diverso di leggere la realtà cromatica, che interessa circa un uomo su dodici, mentre tra le donne i casi sono molto più rari.

Non sempre ci si accorge subito di avere questa caratteristica, c’è chi lo scopre da bambino, chi colorando a scuola, altri invece ci arrivano da adulti, durante la visita per la patente o quando affrontano un concorso.

Ecco perché esistono i test per il daltonismo, strumenti che servono a capire se ci sono difficoltà nella percezione dei colori, di che tipo si tratta e quanto influiscono nella vita quotidiana.

Quali sono le cause del daltonismo

Il daltonismo congenito è legato al DNA e si trasmette principalmente attraverso il cromosoma X e questo spiega perché gli uomini siano molto più colpiti delle donne. L’origine è nei coni della retina, cellule sensibili alle diverse lunghezze d’onda: rosso, verde e blu. Se uno di questi non funziona come dovrebbe, la percezione del colore cambia.

Le forme più comuni sono quelle che coinvolgono il rosso e il verde, in alcuni casi la differenza è minima e ci si convive senza problemi. In altri la difficoltà è più marcata e può creare ostacoli più importanti, ad esempio in ambito lavorativo o nella lettura di mappe e grafici.

Esistono però anche forme acquisite dovute alcune malattie degli occhi, come cataratta, glaucoma o degenerazione maculare, che possono modificare la percezione cromatica.

Lo stesso può accadere con patologie neurologiche, diabete o con l’uso prolungato di certi farmaci. Se un cambiamento compare all’improvviso, è importante non sottovalutarlo perché potrebbe essere un segnale di un problema da indagare subito.

Quali sono i test più usati per riconoscere il daltonismo

Nel corso degli anni sono stati messi a punto diversi metodi per valutare la visione dei colori (Test daltonismo). Alcuni sono rapidi, quasi dei giochi, altri richiedono strumenti molto più sofisticati.

Le tavole di Ishihara

Sono senza dubbio il test più utilizzato, si tratta dei famosi cerchi composti da puntini colorati che nascondono numeri o figure. Una persona con visione normale li vede subito, un daltonico spesso no. Sono ottime per identificare le anomalie rosso-verde, meno per quelle blu-giallo.

Il test Farnsworth D15

Si tratta di ordinare delle capsule colorate in sequenza. Gli errori mostrano con chiarezza il tipo di difficoltà.

Il Farnsworth-Munsell 100 Hue

È la versione lunga, con ben 85 capsule da disporre nell’ordine corretto. È un test molto accurato, spesso richiesto in ambito professionale, soprattutto in settori dove il colore è cruciale come moda, grafica o chimica.

Il test HRR (Hardy-Rand-Rittler)

Meno diffuso, ma utile per individuare anche anomalie legate a blu e giallo.

L’anomaloscopio di Nagel

È il test più preciso e si basa sulla regolazione di due luci fino a renderle uguali. È uno strumento usato in centri specializzati ed è considerato il punto di riferimento per una diagnosi dettagliata.

In quali situazioni viene richiesto il test daltonismo

Ci sono casi in cui il test per il daltonismo è un requisito richiesto per legge o per regolamento. Alcuni esempi:

  • Concorsi pubblici e selezioni professionali: forze armate, polizia, aeronautica, ferrovie.
  • Esame per la patente di guida: serve per valutare la capacità di distinguere i segnali luminosi.
  • Professioni legate al colore: grafica, stampa, design, laboratori chimici ed elettricisti.
  • Visite oculistiche di controllo: per valutare la salute visiva nel complesso.
  • Età pediatrica: alcuni pediatri consigliano uno screening per intercettare precocemente eventuali anomalie.

Come cambia la percezione dei colori per chi è daltonico

I daltonici percepiscono i colori in modo diverso, per esempio, il rosso può sembrare marrone scuro o quasi nero, mentre alcune sfumature di blu e viola appaiono identiche.

Immagina una mappa con linee di metro in rosso e verde molto simili: per un daltonico è quasi impossibile distinguerle. Oppure un cablaggio elettrico con fili di colori diversi che, però, appaiono uguali.

Cosa dice la normativa italiana sulla patente per le persone daltoniche

Un daltonico può guidare? La risposta è sì, ma con alcune precisazioni. La normativa italiana non vieta in modo assoluto la patente, ma richiede che la visione sia compatibile con la sicurezza.

Il punto focale è la capacità di riconoscere i semafori e i segnali luminosi, non importa se il rosso e il verde vengono percepiti in modo diverso, ma ciò che conta è distinguerli abbastanza da garantire una guida sicura. Nella maggior parte dei casi non ci sono limitazioni. Solo nei casi più gravi il medico può chiedere esami aggiuntivi o imporre restrizioni.

Cosa fare se si è scoperto di essere daltonici

Hai fatto il test del daltonismo e hai scoperto di esserlo? Non è un problema, la maggior parte delle persone convive bene con questa condizione, l’importante è sapere come gestire al meglio certe situazioni.

Ad esempio, puoi utilizzare:

  • applicazioni per smartphone che riconoscono i colori e li descrivono a voce o con testi,
  • sistemi di etichettatura basati su simboli, numeri o posizioni anziché solo sul colore,
  • occhiali con filtri speciali, che in alcuni casi migliorano la percezione cromatica, anche se non sono una cura definitiva.

Questi e altri strumenti possono facilitarti la gestione quotidiana del daltonismo e di imparare a conviverci con consapevolezza e senza particolari difficoltà.

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