Menzione accademica: quando si ottiene e cosa significa

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menzione accademica

La menzione accademica è un riconoscimento formale che alcune università attribuiscono ai laureati che si distinguono per risultati eccezionali, qualità della tesi e contributo complessivo al percorso di studi. Non è un premio automatico né un’estensione della lode, ma nasce da una decisione della commissione ed evidenzia un merito particolare, spesso legato alla maturità accademica dimostrata durante la discussione finale. Viene riportata negli atti ufficiali e, quando prevista, può comparire anche nel certificato di laurea. In questa guida trovi il significato reale, i criteri e il suo valore nel mondo del lavoro.

Menzione accademica: significato e quando viene assegnata

La menzione accademica è un riconoscimento che l’università attribuisce a studenti che hanno mostrato un percorso particolarmente brillante. Non riguarda solo il voto finale o la media più alta, ma un insieme di elementi che riflettono la qualità dell’intero percorso: continuità dei risultati, partecipazione a progetti rilevanti, originalità della tesi e maturità mostrata durante la discussione.

Il suo significato non è identico in tutte le università, alcuni atenei la considerano un titolo onorifico, altri un vero e proprio livello aggiuntivo rispetto al voto, mentre altri ancora non la prevedono affatto nei regolamenti.

Dal punto di vista pratico, la menzione accademica funziona come una sorta di sigillo che la commissione attribuisce quando ritiene che il percorso dello studente meriti di essere valorizzato in modo ufficiale. È una decisione collegiale, non richiesta dallo studente, e nasce da criteri che spesso uniscono performance quantitative (media, crediti ottenuti, esami senza debiti formativi) ed elementi qualitativi (tesi particolarmente innovativa, ricerca originale, contributi significativi all’ambito di studio).

Il percorso che porta alla menzione inizia molto prima della laurea: parte dalla costanza negli esami, dalla relazione con il relatore e dal tipo di progetto che si sceglie per la tesi. In molti casi, è proprio il relatore a suggerire alla commissione l’attribuzione della menzione, sulla base dell’impatto del lavoro svolto. Nei contesti accademici più rigorosi, inoltre, la commissione tiene conto anche della coerenza del percorso, come lo studente si è mosso nell’ambito disciplinare, quali approfondimenti ha portato, se ha partecipato a seminari o attività curricolari aggiuntive.

Criteri frequenti per assegnare la menzione accademica:

  • Media molto alta e percorso regolare senza fuori corso.
  • Tesi particolarmente originale, ben argomentata o con contributo personale evidente.
  • Partecipazione attiva a progetti universitari, laboratori o attività di ricerca.
  • Progressione coerente e costante nel piano di studi.
  • Valutazione positiva del relatore e della commissione durante la discussione.

Laurea con menzione: come si ottiene, cosa cambia e come appare nel certificato

La laurea con menzione è il risultato di una decisione formale della commissione di laurea. Lo studente non può farne richiesta, è il relatore, o la commissione stessa, a proporla quando ritiene che il percorso meriti un riconoscimento ulteriore rispetto al voto. Il momento in cui si decide è quello della seduta di laurea, dopo la discussione della tesi e la valutazione finale dei crediti ottenuti durante l’intero percorso.

Dal punto di vista pratico, la menzione può essere riportata nel verbale di laurea, nel certificato e, in alcuni atenei, anche sulla pergamena. Le formulazioni variano molto. Alcune università usano espressioni come “con menzione accademica”, altre “menzione per merito”, altre ancora “menzione speciale”. La presenza o meno della menzione sulla pergamena ufficiale dipende dal regolamento interno, alcune facoltà inseriscono la dicitura in modo elegante sotto il voto finale, altre la riportano solo nel certificato.

È importante specificare che la menzione non è sempre legata al 110 e lode. È possibile ottenere la menzione anche con un voto inferiore, quando il percorso è considerato straordinario o quando la tesi mostra un valore scientifico particolare. L’opposto è altrettanto vero e cioè che non tutti i 110 e lode comportano la menzione., dipende sempre dalla natura del lavoro e dal giudizio complessivo.

Chi ottiene la menzione in genere ha scritto una tesi che ha lasciato un’impressione precisa come un nuovo punto di vista, una qualità argomentativa superiore o una ricerca condotta con metodo. L’impatto è tale da spingere la commissione a registrare formalmente questo valore.

110 e lode con menzione: cos’è e perché non tutti gli atenei la rilasciano

Il binomio 110 e lode con menzione viene spesso percepito come il massimo riconoscimento possibile per un laureato. In realtà, il significato esatto cambia in base all’università. In alcuni contesti la menzione viene aggiunta alla lode per sottolineare un contributo di particolare valore; in altri, l’ateneo preferisce non aggiungere menzioni ulteriori per mantenere una certa uniformità nelle valutazioni.

La differenza fondamentale tra “lode” e “lode con menzione” sta nel tipo di merito che si intende valorizzare. La lode riconosce un percorso di eccellenza quantitativa, espresso dal superamento della soglia massima prevista; la menzione, invece, introduce un elemento qualitativo aggiuntivo: riguarda la profondità del lavoro, la maturità accademica e il contributo personale evidenti nella tesi.

Molti atenei non prevedono la menzione perché ritengono che la lode sia già un riconoscimento pieno. Altri, invece, la mantengono come distinzione ulteriore, utile per differenziare tesi particolarmente meritevoli. Di solito la decisione avviene su proposta del relatore, che porta alla commissione una valutazione strutturata dell’elaborato.

Chi ottiene “110 e lode con menzione” porta con sé un titolo che, nell’ambiente accademico, viene riconosciuto come segnale di eccellenza complessiva, non solo come somma di voti espressi nel libretto.

Menzione accademica e carriera: ha un valore?

Nel mondo del lavoro, la menzione non è un elemento che rivoluziona un colloquio, ma è sicuramente un dettaglio che rafforza il profilo. Dimostra impegno costante, capacità di concentrazione e maturità nello sviluppo della tesi. In ambiti come consulenza, accademia, ricerca, comunicazione e selezioni graduate, può essere percepita come un indicatore positivo.

Nel curriculum può essere inserita in modo semplice, indicando voto, lode (se presente) e menzione. Su LinkedIn, invece, può essere valorizzata nella sezione “Istruzione” aggiungendo una breve descrizione del tipo di tesi e del contributo ottenuto.

Il valore della menzione non è uguale per tutti, alcune aziende la notano molto, altre la considerano un dettaglio. Resta però un riconoscimento utile da comunicare, soprattutto nei primi anni di carriera, quando i recruiter si basano molto sul percorso universitario per valutare potenziale e attitudine.

Un confronto rapido con i sistemi esteri aiuta a capire la logica: negli Stati Uniti esistono “le honors”, nei Paesi anglosassoni le distinzioni “first class”, “cum laude”, “summa cum laude”. La menzione accademica italiana si avvicina a questi riconoscimenti, pur non essendo uniforme su tutto il territorio.

Faq – Domande frequenti

1. Cosa significa avere la menzione accademica?
Che il tuo percorso è stato considerato qualitativamente superiore alla media.

2. È più importante la lode o la menzione?
Dipende dall’università: la lode è quantitativa, la menzione è qualitativa.

3. Chi decide la menzione accademica?
La commissione di laurea, spesso su proposta del relatore.

4. Si può avere la menzione senza la lode?
Sì, se il percorso è valutato molto positivamente.

5. Appare sulla pergamena?
In alcuni atenei sì, in altri solo nel certificato.

6. Vale qualcosa nel CV?
Sì, soprattutto nei primi anni professionali.

7. Tutte le università la rilasciano?
No, dipende dal regolamento interno.

8. È una valutazione formale o solo onorifica?
È un riconoscimento reale registrato negli atti di laurea.

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