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Il Governo capeggiato dall’ex Premier Giuseppe Conte in piena pandemia, lo scorso anno, aveva nominato Domenico Arcuri commissario per l’emergenza Coronavirus, oggi l’attuale Premier Mario Draghi lo ha sollevato dall’incarico.
Nonostante la sua giovane età, Arcuri è uno dei più longevi manager di Stato, da ben più di 10 anni esplica funzioni per il nostro Paese, non sempre nel migliore dei modi.
In questa emergenza ha preferito sempre tenere un profilo basso, fin troppo tanto che a volte i cittadini italiani si sono perfino dimenticati della sua presenza, forse questo è stato uno dei fattori più incisivi sulla sua debacle.

La sua storia lavorativa, durata meno di dodici mesi lo ha visto protagonista in molti fallimenti, partendo dalle mascherine, introvabili nelle prime settimane di pandemia, per poi comprarle in Cina a cifre esorbitanti dovendo pagare per di più anche un mediatore.
L’apice lo tocca con la compera dei banchi a rotella, oltre 500 milioni spesi per poi proclamare la chiusura delle scuole.
Per non parlare della nascita di App Imnnuni, forse l’applicazione per smartphone più inutile di sempre , e anche la meno scaricata proprio da noi italiani.
Per non parlare del progetto delle “primule”, passati da simbolo della rinascita vaccinale, a emblema della mancanza di un decente piano di immunizzazione.

Per non parlare delle poche apparizioni in televisione, sempre molto saccente nei confronti dei giornalisti, dando a volte delle risposte stupide ed insensate.
Purtroppo la figura di Domenico Arcuri rispecchia un pò la gestione del governo Conte in merito alla pandemia, ovvero insufficiente.
Anche grazie al suo piano di immunizzazione “fantasma”, oggi l’Italia è tra gli ultimi Paesi per dosi somministrate.
Nonostante il licenziamento avvenuto ieri, Arcuri mantiene il suo incarico di amministratore delegato di  Invitalia, nonostante i suoi tanti fallimenti.
Nella giornata di ieri, Draghi ha dato incarico al generale dell’esercito italiano, Figliuolo.

 

In un primo periodo, che coincideva con l’uscita sul commercio del vaccino Pfizer/Biontech, il vaccino Sputnik creato in Russia non aveva suscitato molto interesse.
Purtroppo in questo momento della campagna vaccinale, dove ogni giorno si registrano numerosi ritardi sulle consegne delle dosi, il vaccino di origine russe inizia ad interessare, tanto che il Gruppo di Lavoro Sperimentazioni Vaccini e Terapie Innovative dell‘Istituto Lazzaro Spallanzani dopo un lungo studio ha prodotto un documento di nove pagine in merito, esprimendo un parere positivo.
Naturalmente sul dossier, sono stati indicati anche i limiti del vaccino.

Il vaccino è stato sviluppato su un vettore adenovirale umano eterologo, ha dato un’efficacia del 91,6%, in particolare è superiore al 90% nelle situazioni di malattia lieve e del 100% in quelle gravi, prevede anch’esso due dosi, la seconda a distanza di 21 giorni dalla prima.
L’efficacia è paragonabile a quella di Moderna e Pfizer, ovvero i due vaccini più efficaci attualmente disponibili sul nostro territorio.
Come già anticipato, lo Spallanzani ha evidenziato anche alcuni limiti che riguardano principalmente alcune informazioni relative al vaccino, nel dossier proveniente dalla Russia non è presenta la descrizione della tecnologia utilizzata per lo sviluppo dei vettori virali né esistono informazioni sulla genetica relativa al DNA trasportato dal vettore.

Anche gli infettivologi più importanti a livello nazionale hanno dato parere favorevole al vaccino russo.
Il Prof. Massimo Galli addirittura spera che l’EMA e l’AIFA possano in breve tempo dare l’ok sull’uso e sul commercio anche in Italia.
Il numero uno dell’Aifa, Magrini invece invita tutti a mantenere la calma, approvando si a grandi linee il vaccino russo, ma rimandando l’approvazione ufficiale ai prossimi mesi.
Nel frattempo nella giornata di domenica, nella Repubblica di San Marino sono arrivate le prime dosi di Sputnik, a riceverlo per prima un’infermiera.
In Italia attendiamo con speranza l’arrivo anche di questo vaccino.

 

Mario Draghi, attuale Presidente del Consiglio dei Ministri italiano nella giornata di ieri ha partecipato, per la prima, al Consiglio Europeo. 
L’incontro in diretta streaming insieme agli altri Capi di Stato aveva come tematica principale la questione vaccini, il Premier italiano si è mostrato deciso e autorevole nell’esporre la sua idea in merito, attaccando le case farmaceutiche che volontariamente non stanno rispettando i contratti stipulati con l’Europa, questo inevitabilmente sta portando gravi disagi ai Paesi, che ogni giorno vedono ridursi le dosi consegnate e a volte rimangono proprio senza.

A lamentarsi della situazione sono stati anche gli altri esponenti di governo dei Paesi appartenenti all’UE.
Purtroppo la questione legata ai ritardi nelle consegne dei vaccini resterà irrisolta, almeno per il momento, il pasticcio combinato da Ursula von der Leyen nella stipula dei contratti è qualcosa di vergognoso, addirittura non sono previste penali per questo genere di disagi.
La strillatina fatta da Draghi sicuramente non sarà piaciuta alla Presidente della Commissione Europea che in cuor suo sa di aver fallito sulla questione vaccini.
Secondo Draghi chi causa i ritardi, ovvero le aziende farmaceutiche, non dovrebbero essere scusate e dovrebbero pagare ingenti penali.

Inoltre, il premier italiano proprio ieri ha proposto di  bloccare tutte le esportazioni dalla Ue dei prodotti delle case farmaceutiche, di iniziare a guardare anche fuori dall’Ue per capire se è possibile comprare altri vaccini, in modo da porre un rimedio a questo ritardo che L’Europa di certo non può permettersi.
Draghi inoltre vorrebbe intraprendere la strada del collega inglese Boris Johnson, ovvero somministrare la prima dose a più persone possibili ritardando l’appuntamento con la seconda dose.
Idea che vorrebbe diventasse comune per tutti i Paesi membri, cosa alquanto difficile visto che la situazione relativa ai vaccini non va così male negli altri posti come in Italia e visto che in merito alla seconda dose in ritardo non ci sono studi scientifici.

 

Il Coronavirus proprio non ne vuole sapere di lasciarci vivere di nuovo in totale tranquillità , purtroppo in questi giorni stiamo assistendo ad un nuovo aumento del numero dei positivi questo a causa delle varianti che circolano anche sul nostro territorio.
Sta per arrivare un nuovo Dpcm questo volta il firmatario è il nuovo esecutivo italiano capeggiato dal premier Mario Draghi.
Proprio in queste ore in videoconferenza vi è una riunione tra i governatori regionali e alcuni Ministri, tra cui Roberto Speranza ministro della Salute e Mariastella Gelmini ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie.

Il sistema a fasce che in alcuni casi sembra aver dato buoni risultati non verrà abbandonato, si scongiura l’idea di un lockdown generalizzato che tanto invocano gli esperti virologi.
Altra novità assoluta riguarda l’eventuale inizio delle nuove chiusure, non avverrà più dalla domenica come succede da marzo scorso ma dal lunedì, in modo tale che i commercianti non perdano il weekend lavorativo.
La riunione di stamattina è la seconda in meno di una settimana, la Gelmini sottolinea la volontà di confrontarsi con maggior frequenza e costanza.
Inevitabilmente si sta pensando gia alla graduale apertura per gli inizi di Aprile.

In tal senso il Ministro Dario Franceschini ha avviato un lavoro con il Comitato Tecnico Scientifico per la graduale apertura dei luoghi di cultura, cercando sempre di evitare l’arrivo della terza ondata, che sarebbe un disastro per l”Italia.
Sicuramente durante la riunione verrà trattato anche il tema relativo alle scuole, molti invocano la chiusura vista la situazione epidemiologica e la presenza sempre più costante delle varianti inglese e brasiliana.
Il primo provvedimento in materia di Covid-19 di Mario Draghi dovrebbe durare fino al 6 Aprile, quindi non sarà possibile trascorrere la Pasqua come si era abituati.
Altra novità riguarda l’introduzione di una zona arancione scuro, ovvero con regole ancora più restrittive.

La nostra Nazione ha già approvato ben tre diversi tipi di vaccini contro il Coronavirus, infatti nelle strutture sanitarie si somministra il Pfizer, il vaccino Moderna e l’AstraZeneca.
Le prime fiale di Pfizer sono arrivate in Italia il 27 Dicembre per inaugurare l’inizio della campagna di vaccinazione, poi purtroppo ci sono stati un pò di ritardi e tagli sulle consegne previste, stessa identica cosa sta succedendo per gli altri due, addirittura AstraZeneca ha annunciato che nel secondo trimestre del 2021 invece di consegnare 180 milioni di dosi, ne consegnerò giusto la metà.
Per fortuna in questo momento ci sono una varietà di vaccini che devono essere solo approvati.

Oltre al vaccino russo Sputnik V che ormai si conosce già , ma in Italia non è stato ancora approvato, in arrivo ci sono le dosi di Johnson&Johnson, il vaccino cubano Soberana e il vaccino Curavec.
Il Curavec messo in piedi da un’azienda tedesca interessa molto il nostro Paese, perchè l’Ema ha appena dato l’ok alla visualizzazione dei dati provenienti dalle fasi di sperimentazione, quindi da qui a poche settimane potrebbe essere disponibile anche sul nostro territorio.
Ottime notizie in vista degli enormi ritardi in cui versa l’Italia per la questione vaccini.

Il vaccino Curavec è fondamentale per l’Italia perchè secondo gli accordi Europei al nostro Paese spetterebbero 29,880000 di dosi tra il 2021 e il 2022, numeri davvero importanti.
Ma l’idea del nuovo premier italiano è quella di iniziare a produrre le dosi sul nostro territorio, in merito a ciò il Ministro Giorgetti si siederà al tavolo con Farmindustria, per capire se l’idea è fattibile.
Inoltre Draghi vorrebbe seguire il modello inglese, ovvero somministrare la prima dose di AstraZeneca a più persone possibili e poi effettuare i richiami dopo i tre mesi.
Nell’attesa di queste nuove strategie, resta il fatto che le vaccinazioni procedono troppo a rilento.

Alessandro Di Battista ha lasciato il Movimento Cinque Stelle proprio poche settimane fa dopo non aver accettato che il suo partito avesse dato la fiducia all’attuale premier italiano, Mario Draghi.
Si può dire che Di Battista è stato uno dei fondatori del Movimento, purtroppo però già da tempo in più situazioni era in disaccordo con i suoi colleghi, era nell’aria un suo allontanamento dalla linea politica adottata dai Cinque Stelle negli ultimi anni.
Ora sembra che l’ex pentastellato non voglia rimanere fuori dalla scena politica principale, anzi sicuramente tenterà di formare un nuovo partito politico.

La personalità di Di Battista è stata sempre un pò particolare e diversa dal resto dei suoi compagni, eppure ha saputo crearsi un gruppo di fedelissimi, si parla che un 5% dei grillini sia disposto a lasciare il movimento per far parte di un nuovo partito con a capo proprio l’ex grillino.
La sua nuova campagna elettorale sta sfruttando al massimo i social, la pagina Facebook di Di Battista conta 1 milione e mezzo di “mi piace”, numeri raggiunti da idoli italiani quali Totti e Vasco Rossi, su Instagram invece ha oltre 270 mila follower, nella sua ultima diretta 87 mila di loro erano attenti ad ascoltare le ultime novità.

E a pensare che Di Battista nella vita non aveva mai avuto il desiderio di diventare un uomo politico.
All’inizio della sua carriera lavorativa, inizia a lavorare nella piccola azienda di famiglia, purtroppo la figura, ingombrante, del padre lo fa allontanare.
Successivamente inizia a viaggiare e fotografare ogni bellezza che incontra per strada, tutti convinti che voglia diventare reportage.
Prova poi a fare il falegname, lavoro duro.
Infine inizia a fare il barman a Ortona ma comincia ad appassionarsi alla politica italiana.
A soli 42 anni Di Battista ha avuto un vita ricca di colpi di scena, vedremo ora cosa sarà capace di inventarsi.

Nel pieno della campagna di vaccinazione, che purtroppo per chissà quale motivazione nel nostro Paese procede molto lentamente, stiamo assistendo ad una campagna di disinformazione sul vaccino AstraZeneca, che da poche settimane è stato accettato in Europa e in Italia dall’EMA e dell’AIFA.
Fare chiarezza su questa questione è di un’importanza immensa, vaccinarsi è un dovere morale da fare prima verso noi stessi e poi nei confronti degli altri, in particolare per rispetto delle 95 mila vittime causate dal Covid-19.
Raggiungere l’immunità di gregge e ritornare alla vita di tutti i giorni non è forse il desiderio più grande che al momento abbiamo ?!

Dalla Germania arrivano notizie davvero brutte sui vaccini prodotti da AstraZeneca, sarà tutto vero?
Partiamo dal principio che qualsiasi tipo di vaccino porta con sè lievissimi effetti collaterali, questi però dimostrano proprio l’efficacia del medicinale, quindi non dovrebbero preoccupare.
In Germania è accaduto che in alcune cliniche del nord del Westfalia, circa il 40% degli operatori sanitari ha avuto effetti collaterali dopo l’iniezione, le previsioni erano ben diversi, si attendeva che non oltre il 10% avrebbe dovuto presentare reazioni post-vaccinali.
L’Istituto Paul Ehrlich, l’istituzione federale tedesca che si occupa di vaccini, sta studiando il perchè di questa vicenda.

Va comunque detto che la vaccinazione è stata solo temporaneamente bloccata perchè le strutture sanitarie avevano problemi legati al numero di personale.
La stessa vicenda è capitata anche in Svezia, dove su 400 dosi somministrate, 100 sanitari hanno fatto registrare la presenza di effetti collaterali.
Gli esperti mondiali rassicurano ancora una volta la popolazione, il vaccino inglese è sicuro al 100%.
Intanto la campagna di vaccinazione in Italia procede con qualche ritardo, entro il 15 Aprile tutti i sanitari dovrebbero avere ricevuto la seconda dose, nel giro di qualche giorno in più anche la vaccinazione agli over 80 dovrebbe essere completata.
Si passerà poi , nel mese di Aprile, a vaccinare le categorie più fragili.

Come ogni settimana il Ministero della Salute con l’ausilio dell’Istituto Superiore di Sanità ha emanato i dati riguardanti la situazione Coronavirus nelle varie regioni italiane.
Da risultati viene fuori che dieci regioni hanno un indice di trasmissibilità superiore all’uno, e sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, province autonome di Bolzano e Trento, Toscana e Umbria, le altre Regioni/Province Autonome hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo 1, ovvero non troppo preoccupante e quindi rimangono in zona gialla.
L’Umbria invece viene classificata come ad alto rischio, le varianti hanno invaso quei territori.

Le regioni che ritornano in zona arancione dovranno rispettare delle regole molto più stringenti che sicuramente non piacciono ai commercianti e soprattutto ai ristoratori.
Resta sempre il coprifuoco alle ore 22.00 , ci vorrà l’autocertificazione nel caso in cui per un valido motivo abbiamo il bisogno di recarci fuori dal nostro comune di domicilio, all’interno del comune ci si può muovere con libertà.
Purtroppo richiuderanno i ristoranti e i bar, a loro sarà consentito solo l’asporto e la consegna a domicilio sempre fino al coprifuoco.
Resteranno sempre aperti invece i negozi che venderanno beni di prima necessità.

Purtroppo la situazione sanitaria non è delle migliori, da circa dieci giorni il rapporto tra positivi e tamponi effettuati sta risalendo, le terapie intensive e i reparti Covid-19 al momento reggono ma con questo trend nel giro di poche settimane ci sarà un vero e proprio collasso.
Le varianti preoccupano per la loro forte contagiosità, al momento l’unica arma disponibile è la vaccinazione, in questi giorni il numero dei vaccinati sta aumentando sempre di più.
Gli italiani sono ormai stanchi di questa situazione, tutti sperano di poter ripartire nel più breve tempo possibile e ricominciare a vivere, a viaggiare o semplicemente andare in un ristorante a mangiare con i propri amici.

 

 

Il nuovo Presidente del Consiglio, il dott. Mario Draghi è già pronto a mettere in pratica la sua idea di governo in modo da risollevare l’Italia da questa profonda crisi sanitaria, sociale e soprattutto economica.
Gli scettici penso potranno restare tranquilli proprio sulla crisi economica-finanziaria, Draghi in passato ha ricoperto ruoli strategici proprio in questo campo, e i risultati sono stati eccellenti.
Nel discorso tenutosi ieri al Senato, il Premier ha sottolineato l’importanza della gestione Covid-19,al momento il primo obiettivo è cercare di riorganizzare tutto ciò che ruota interno all’emergenza sanitaria.

Come ci spiega il “Corriere della Sera”, il primo intervento del nuovo governo sarà proprio sul “Comitato Tecnico Scientifico”, istituito lo scorso cinque Febbraio per affiancare il Governo in alcune decisioni strategiche, tra le più importanti i vari lockdown e l’obbligo delle mascherine.
L’idea è quella di snellire l’organico ma lasciare sempre lo stesso campo d’azione, e inoltre far seguire a chi ne fa parte una linea di comunicazione unitaria per evitare equivoci e fughe in avanti rispetto alla strategia del governo.
In questi giorni, a proposito di strategia comunicativa, il ministro Speranza ha sottolineato l’importanza dei messaggi che i vari esperti riferiscono nelle tv, il più delle volte contradditori tra loro.

Gli attuali volti noti del CTS sono Silvio Brusaferro, Luigi Ippolito e Franco Locatelli coordinati dal prof.  Agostino Miozzo, in totale sono circa 26, nessuno di loro percepisce uno stipendio.
Il Cts fino a questo momento è stato un ottimo supporto nelle decisioni governative in merito all’emergenza , spesso però alcuni virologi ed esperti del caso nelle trasmissioni televisive hanno parlato a nome del Comitato pur non facendone parte, ciò ha messo in crisi anche il Governo, che veniva additato su questioni su cui non si era mai pronunciato.
Nelle prossime ore Draghi insieme alla squadra di governo interverranno su questa vicenda.

 

Che il vaccino fosse l’unica arma per combattere in maniera efficace il maledetto Coronavirus era qualcosa che ascoltavamo solo alla televisione o leggevamo sui giornali , ma dati di fatto ne avevamo ben pochi, escludendo quelli che sono venuti fuori dagli studi fatti per dimostrare l’efficacia del farmaco.
Da circa un paio di giorni trapelano voci importanti e rassicuranti sull’efficacia del vaccino, è stata propria l’Italia a lanciare questa meravigliosa notizia, affinchè anche i più scettici possano convincersi ad accettare questo tipo di cura.
I risultati provengono da uno studio fatto dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma sul personale sanitario.

Prima dell’inizio della campagna di vaccinazione i contagi tra personale sanitario superavano quota 14 mila, trenta giorni dopo il numero è calato di circa il 50 per cento.
Inoltre i dati provenienti dallo studio fatto a Roma hanno sottolineato che a 21 giorni dalla somministrazione della dose, il 99% del personale sanitario aveva già sviluppato anticorpi.
A confermare questi numeri è stato anche l‘Istituto Superiore di Sanità, che invita tutti alla cautela, dal momento in cui bisogna aspettare affinchè questo dato diventi stabile.
Anche a livello globale, per la quinta settimana consecutiva il numero dei contagi cala in maniera netta.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità tramite il suo principale delegato fa sapere che i casi settimanali sono passati da oltre 5 milioni nel periodo tra il 4-10 gennaio a 2,6 milioni tra l’8 e il 14 febbraio , a dimostrazione che le regole vigenti stanno funzionando nonostante la presenza massiccia delle varianti inglese e brasiliana.
Anche negli Stati Uniti D’America  ieri ci sono stati 53 mila casi di Coronavirus, il numero più basso dagli inizi di Novembre.
Gli scienziati hanno pareri diversi sulla questione del calo dei positivi, alcuni credono che il motivo sia la campagna di vaccinazione, altri invece pensano sia l’arrivo della primavera, l’importante è che il dato venga riconfermato anche nelle prossime settimane, continuando a mantenere sempre alta l’allerta.

 

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